BREVE GUIDA SULLA TRANSIZIONE SOCIALE: nomi, pronomi e spazi divisi per sesso

Scritto da Stella O’Malley, psicoterapeuta e direttrice esecutiva di Genspect

Introduzione

Transizione sociale è il termine usato per descrivere il processo in cui un individuo decide di cambiare la propria identità sociale. Si tratta di un nuovo intervento psicosociale che negli ultimi anni è diventato molto popolare tra i giovani non conformi al genere.

Spesso include un cambio di nome, un cambio di pronomi (lei, lui o essi/loro) e un cambio nell’abbigliamento, nel look, nel taglio di capelli, nell’aspetto e persino nei modi di fare per esprimere un’identità che l’individuo ritiene corrisponda meglio al proprio senso interiore di sé.

La transizione sociale può anche includere il dichiararsi transgender a scuola, in famiglia, con gli amici e/o la comunità in generale. Ciò richiede il coinvolgimento delle persone che costituiscono la rete sociale del giovane; di conseguenza le reazioni degli altri sono fattori che influenzano in modo significativo il modo in cui il giovane vive l’esplorazione della propria identità.

La transizione sociale è un potente intervento terapeutico. Molti studi hanno evidenziato il rischio che, nel breve termine, la transizione sociale possa aumentare la probabilità di persistenza del disagio di un giovane nei confronti del proprio sesso di nascita e che possa interferire con il naturale sviluppo dell’identità dei bambini. Non esistono prove di qualità a lungo termine, sottoposte a revisione paritaria, sull’impatto della transizione sociale. Per questo motivo,
come per tutti i nuovi interventi, la migliore prassi per le scuole è la cautela nella gestione della transizione sociale all’interno delle scuole.

Raccomandazioni

Questa guida offre ✅ raccomandazioni basate sui principi della tutela dei minori, in modo che le scuole possano evitare ulteriori e più complicate sfide in futuro. Le modifiche alle politiche scolastiche volte a fornire sostegno a pochi membri selezionati del corpo studentesco possono spesso avere un impatto indiretto sugli altri studenti della scuola. Di conseguenza, gli aspetti legali, gli aspetti psicologici, le valutazioni di rischio e d’impatto, e le questioni relative alla sicurezza sono opportunamente da valutare caso per caso.

Quando si prendono in considerazione modifiche alle politiche scolastiche:

Si raccomanda alle scuole di essere consapevoli del loro diritto di proteggere l’etica della propria scuola con una politica completa sull’identità di genere e l’orientamento sessuale. Potete contattarci per ricevere assistenza in merito.

Si raccomanda che le informazioni sul genere e sulla sessualità siano fornite in modo oggettivo e basato sui fatti. Negli ultimi anni i problemi legati all’identità di genere sono diventati sempre più comuni tra gli adolescenti: potete scaricare ulteriori risorse da Genspect per aiutarvi ad affrontare questa realtà.

Si raccomanda di tenere a mente le differenze tra sesso biologico, genere e orientamento sessuale:

    • Il sesso si riferisce a una delle due categorie principali (maschio e femmina) in cui gli esseri umani sono divisi in base alle loro funzioni riproduttive.
    • L’identità di genere si riferisce alle aspettative della società, influenzate culturalmente, relative al comportamento, alle attitudini e all’aspetto basati su stereotipi maschili o femminili.
    • Infine, l’orientamento sessuale è l’andamento duraturo di attrazione romantica o sessuale verso persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi.

Ogni scuola crea il proprio contesto culturale. Tuttavia, per quanto riguarda sesso, identità di genere e orientamento sessuale, crediamo che le raccomandazioni dettagliate che seguono possano aiutare le scuole a soddisfare le esigenze dei loro studenti in relazione a questi aspetti.

Comunicazione

A volte i giovani possono utilizzare la triangolazione come strategia comunicativa. Nel sistema di triangolazione, una terza entità (la scuola) può essere utilizzata sia come sostituto della comunicazione diretta con l’oggetto della comunicazione (in questo caso, i genitori), oppure può essere usata come messaggero per veicolare la comunicazione. Di solito, questo esprime un’insoddisfazione implicita nei confronti dei genitori. L’obiettivo della triangolazione è “divide et impera” (dividere e conquistare), cosa che spesso avviene attraverso l’esclusione o la manipolazione di una situazione.
È inappropriato che le scuole agiscano contro la volontà dei genitori, a meno che non vi siano reali e gravi preoccupazioni sull’idoneità dei genitori. In questi casi, le preoccupazioni devono essere affrontate attraverso canali formali, come la segnalazione ai servizi sociali.

Si raccomanda alle scuole di evitare che si verifichino triangolazioni tra lo studente, i genitori e l’organismo scolastico.

⚠️ Si suggerisce di non escludere i genitori dalle decisioni, a meno che ciò non avvenga all’interno di un intervento formale come il coinvolgimento dei servizi sociali.

Uniforme, gioielli e capelli

È il genere, non il sesso, a influenzare le politiche scolastiche in materia di uniformi, lunghezza dei capelli, gioielli e trucco.

Si raccomanda alle scuole di mantenere un approccio flessibile nei confronti di questi temi, consentendo agli studenti non conformi al genere di esplorare la propria identità in un ambiente capace di supportare in modo neutro.

Si raccomanda che nessun capo dell’uniforme abbia un’etichetta di genere, in modo che gli alunni siano liberi di scegliere da un elenco di articoli dell’uniforme.

⚠️ Si suggerisce di non stereotipare abiti specifici o determinati comportamenti come prova del fatto che un individuo dovrebbe effettuare la transizione. Una prospettiva più progressiva permette ai ragazzi e alle ragazze di esplorare le loro identità senza essere limitati da categorie che oggi possono essere ben accolte, ma che un giorno potrebbero risultare restrittive.

Cambiamenti di nome

È ben documentato che i giovani cambiano spesso nome e usano soprannomi durante il processo di esplorazione dell’identità che avviene all’incirca tra i 12 e i 25 anni. Ora che c’è meno formalità tra insegnanti e studenti, molti insegnanti scelgono di usare i nomi preferiti dagli studenti. Tuttavia, insegnanti e personale scolastico devono prendersi carico della responsabilità del loro ruolo, e fare attenzione a non dare un imprimatur ufficiale a un determinato nome: questo potrebbe inavvertitamente precludere ulteriori esplorazioni dell’identità di uno studente vulnerabile. Alcuni giovani non conformi al genere passano attraverso una serie di nomi diversi, per cui potrebbe non essere utile dare concretezza al nome attualmente scelto.

Qualora i genitori manifestino preoccupazioni riguardo al nome con cui il figlio si fa chiamare a scuola, queste dovrebbero avere la precedenza sui desideri del bambino/ragazzo, e i genitori non devono essere esclusi. È importante notare che nella maggior parte delle giurisdizioni un minore non può cambiare il proprio nome legale senza il consenso dei genitori. Inoltre, qualsiasi cambiamento di nome dopo i 18 anni può causare problemi al momento della richiesta di lavoro, nel caso le certificazioni siano state ottenute con un nome diverso.

Si raccomanda alle scuole di evitare che si verifichino triangolazioni tra lo studente, i genitori e il corpo scolastico.

Si raccomanda alle scuole di mantenere i nomi ufficiali degli studenti su tutti i documenti ufficiali e di fare attenzione all’utilizzo dei nuovi nomi degli studenti da parte degli insegnanti. Così come è necessario il permesso dei genitori per cambiare ufficialmente il nome utilizzato per gli altri alunni, allo stesso modo deve esserlo anche per gli alunni non conformi al genere.

⚠️ Si suggerisce di non permettere agli studenti di adottare nuovi nomi contro la volontà dei genitori, o dal consentire che un nuovo nome scelto da uno studente venga interpretato come l’imprimatur ufficiale della sua identità di genere.

Pronomi

Nomi e pronomi sono questioni molto diverse: quando gli studenti avanzano richieste relative a queste tematiche, le scuole dovrebbero trattare nomi e pronomi distintamente. Mai prima d’ora degli organi scolastici avevano valutato di riferirsi agli studenti se non con i pronomi biologicamente corretti, e l’esito di tali decisioni è ancora tutto da vedere.

Si raccomanda alle scuole di mantenere l’uso dei pronomi fedeli alla biologia della persona.

⚠️ Si suggerisce di non permettere agli studenti di imporre agli altri l’uso del linguaggio quando si tratta di pronomi. Se amici e coetanei possono scegliere di utilizzare il pronome richiesto, non è accettabile che l’utilizzo del pronome biologicamente corretto venga interpretato come un atto di ostilità.

Il “misgendering”

“Misgendering” è un termine utilizzato per descrivere la situazione in cui, ad esempio, un insegnante si riferisca o si rivolga a una persona con un linguaggio che rappresenta in modo impreciso il suo senso interiore di identità di genere. Sebbene possa essere percepito come un comportamento dannoso per l’individuo, non ci sono prove di qualità che supportino questa percezione; così come non sono disponibili evidenze sull’impatto di riferirsi a una persona con termini che non corrispondono al suo sesso biologico.

Il “misgendering” è un concetto del primo mondo che mai prima d’ora era stato considerato come un problema significativo. Vale la pena ricordare che gli studenti con difficoltà di comunicazione sociale avranno più difficoltà a utilizzare il linguaggio che gli altri potrebbero preferire riguardo al costrutto sociale dell’identità di genere.

Si raccomanda alle autorità scolastiche di utilizzare in ogni caso un linguaggio biologicamente accurato.

⚠️ Si suggerisce di non equiparare il “misgendering” alla violenza o di fare altri paragoni iperbolici. A meno che non si stia verificando una situazione più ampia di bullismo o di altri comportamenti dannosi, il “misgendering” non dovrebbe essere punibile.

Bagni e spogliatoi

La pubertà è difficile per molti adolescenti. Ciò può essere dovuto alle difficoltà che incontrano in relazione al genere, o ad altri problemi, come la vergogna per le mestruazioni. In altre parole, non sono solo gli studenti non conformi al genere che a dover essere tenuti in considerazione quando si tratta di fornire servizi igienici e spogliatoi.

Nella nostra esperienza con i giovani non conformi al genere e le loro famiglie, abbiamo notato che può essere d’aiuto fornire l’opzione di servizi igienici e spogliatoi supplementari ad uso singolo, in modo da garantire la privacy degli studenti più vulnerabili.

Si raccomanda di mantenere gli spazi divisi per sesso, e di prevedere un terzo spazio con bagni e spogliatoi a uso singolo, che consentano a chi lo desidera di utilizzare uno spazio di genere neutro, in modo da garantire la sicurezza e la privacy di tutti gli alunni.

⚠️ Si suggerisce di non eliminare gli spazi divisi per sesso.

Attività sportive

Molti studenti cercano di evitare le attività sportive per molteplici motivi. Gli studenti non conformi al genere possono presentare un’ulteriore difficoltà, in quanto potrebbero desiderare di praticare sport con studenti del sesso opposto, dato che la loro percezione di genere interiore si allinea con questo gruppo.

Tuttavia, possono sorgere rapidamente problemi di sicurezza e di equità, e le scuole devono avere una prospettiva a lungo termine nella valutazione di queste situazioni. Le differenze morfologiche tra maschi e femmine sono minime all’età di 10 o 11 anni, tanto che spesso possono competere tra loro in modo sicuro e leale. Ma i cambiamenti fisici della pubertà fanno sì che le decisioni prese per ragazzini di 11 anni non siano ad esempio appropriate per quelli di 17 anni. È importante che le ragazze e le giovani donne abbiano l’opportunità di competere in sicurezza.

Si raccomanda che le scuole creino opzioni e attività alternative valide per gli studenti che non vogliono praticare sport divisi per sesso. Se si decide di autorizzare gli sport misti, deve essere condotta e documentata una valutazione completa sui rischi e sull’impatto secondo i protocolli pertinenti, considerando l’impatto non solo sull’individuo interessato, ma anche sulla popolazione studentesca in generale.

⚠️ Si suggerisce di non mettere a rischio le ragazze e le giovani donne eliminando le attività sportive monosessuali. Non è solo una questione di sicurezza: gareggiare senza la prospettiva di vincere è demoralizzante.

Soggiorni residenziali e dormitori

Potrebbe essere necessario esplorare alcune opzioni creative per soddisfare le esigenze di tutti gli studenti. I principi di salvaguardia devono essere sempre rispettati e le scuole devono tenere presente che essi sono sovente basati sul sesso, e non sul genere o sull’identità di genere.

Si raccomanda che le scuole mantengano i soggiorni residenziali e i dormitori divisi per sesso, offrendo al contempo una valida alternativa a quegli studenti che dovessero essere in difficoltà nel pernottare con studenti dello stesso sesso. Qualora una scuola decidesse di autorizzare dormitori o sistemazioni di sesso misto, contrariamente alle qui presenti indicazioni, sarà necessaria una valutazione dei rischi e dell’impatto ampiamente documentata, per assicurare che la salvaguardia di tutti gli studenti sia garantita. La scuola avrà l’obbligo di informare i genitori di tutti gli alunni e ottenere il loro consenso, laddove appropriato.

⚠️ Si suggerisce di non consentire sistemazioni di sesso misto, in quanto è necessario tenere conto delle esigenze di tutti gli studenti.

“Binding” e “tucking”

Il “binding” del seno o del torace è una tecnica utilizzata per appiattire i seni con materiali costrittivi, come strisce di stoffa, nastri adesivi o appositi indumenti intimi (binder). I binder sono spesso realizzati in spandex o in altre fibre sintetiche; alcune giovani indossano top contenitivi a strati, da stretti a larghi. Evidenze scientifiche dimostrano che la compressione del seno è dannosa per l’organismo sia nel breve che nel lungo periodo, con effetti sulla crescita dello scheletro, sulla funzione polmonare, sulla salute della pelle e altro ancora. Ulteriori informazioni sulle conseguenze per la salute del binding nelle femmine qui.

Il “tucking” è una tecnica che permette di nascondere il rigonfiamento inguinale del pene e dei testicoli in modo che non siano visibili attraverso i vestiti, utilizzando materiali come bende o nastro adesivo. Schiacciare i genitali maschili per ridurne la visibilità attraverso i vestiti può avere serie conseguenze per la salute, come l’oligospermia e la torsione testicolare. Ulteriori informazioni sugli effetti del tucking nei maschi qui.

Si raccomanda che le scuole vietino qualsiasi tipo di binding e tucking per motivi di sicurezza, soprattutto durante le attività sportive.

⚠️ Si suggerisce di non permettere che le preoccupazioni sull’aspetto esteriore prevalgano su quelle per la salute.

La transizione furtiva

Alcune famiglie chiedono la complicità della scuola nel mantenere segreta la transizione del figlio. Questo fenomeno è spesso noto come “transizione furtiva” e può includere la mancata rivelazione del fatto che un bambino o ragazzo pernotti o si cambi d’abito con i compagni del sesso opposto. Tutti i bambini hanno diritto alla propria privacy e i propri spazi, e questi diritti possono venire meno se si mantiene questa segretezza. La divisione per sesso basata sul principio della salvaguardia difficilmente verrà rispettata se perfino il personale viene tenuto all’oscuro.

Può capitare che il bambino stia già assumendo i bloccanti della pubertà; in altri casi, più rari, il bambino potrebbe aver già avuto accesso agli ormoni del sesso opposto. Esporre il bambino potrebbe essere visto come un rischio che vada incontro a bullismo o molestie.

In tutte le situazioni, la considerazione dell’intero corpo studentesco deve essere bilanciata alle esigenze del bambino. Prima di prendere qualsiasi decisione è necessario ricercare un dialogo approfondito con il bambino, con la famiglia e con gli operatori sanitari coinvolti, ed effettuare una valutazione dei rischi e dell’impatto.

Si raccomanda alle scuole di privilegiare l’apertura e la trasparenza ogniqualvolta sia possibile. Le persone vulnerabili dovrebbero avere accesso ad una consulenza supplementare, in modo da poter vivere con onestà e integrità, liberi dalla pressione di dover vivere una vita segreta. La scuola può anche sostenere gli studenti vulnerabili, coltivando una comunità scolastica che sostenga i comportamenti non conformi al genere.

⚠️ Si suggerisce al personale scolastico di non disattendere i principi consolidati delle buone pratiche in favore del mantenimento di segreti, in particolare trattandosi di una procedura che non ha alcuna prova di qualità a sostegno. Psicologi e terapeuti ci ricordano spesso che “stiamo male tanto quanto i nostri segreti”: per questo motivo, incoraggiamo le scuole a concentrarsi sulla creazione di un ambiente di apertura e trasparenza nei rapporti del personale con alunni e genitori.

⚠️ Si suggerisce di non compromettere gli altri membri della comunità scolastica mantenendo segreti in modo inappropriato.

Segretezza con la famiglia

In generale, non è buona norma che il personale scolastico mantenga dei segreti con i genitori degli studenti, e che gli adulti tengano segreti su richiesta dei bambini è un “campanello d’allarme” per la loro sicurezza. La dichiarazione di identità transgender di un giovane è spesso accompagnata da altre problematiche legate alla sua salvaguardia, come comorbilità, sfruttamento online, adescamento sessuale, bullismo, autolesionismo, omofobia interiorizzata e così via. I genitori si trovano nella posizione migliore per aiutare i loro figli a superare queste difficoltà, e tenere i genitori all’oscuro non aiuta né il ragazzo né la famiglia.

Negli ultimi anni questo dilemma si sta presentando sempre più spesso, dato che un numero crescente di studenti si confida con un insegnante sul disagio che sente per il proprio genere. A volte lo studente può affidarsi ad altri studenti o a membri del personale nel suo tentativo di transizione sociale, e cercare rassicurazioni da parte dell’organismo scuola di mantenere il segreto con i genitori. Non è la stessa cosa di un ragazzino che confida a un insegnante di essere gay: l’essere gay non comporta alcun problema di sicurezza (ad eccezione del bullismo omofobico). Inoltre, non ci sono comorbilità associate all’essere gay, mentre la disforia di genere è spesso accompagnata da altre condizioni di salute mentale. Storicamente, gli insegnanti possono aver mantenuto il segreto di uno studente per paura di gravi ripercussioni da parte della sua famiglia, spesso per motivi culturali o religiosi. Tuttavia, c’è una differenza significativa tra una conversazione tra studente e insegnante che viene tenuta riservata qualora lo studente si senta minacciato dalla sua famiglia, e un segreto aperto che viene mantenuto dal personale scolastico e dall’intera comunità scolastica. Quest’ultimo può essere umiliante per i genitori e dannoso per il benessere della famiglia. Ci sono stati casi in cui le famiglie sono state le ultime a saperlo, nonostante l’intera comunità scolastica fosse a conoscenza della transizione sociale del loro figlio. Riteniamo che nascondere senza motivo qualcosa ai genitori possa inavvertitamente causare divisioni tra il corpo scolastico e i genitori, e danneggiare il rapporto genitori-figli.

Si raccomanda alle scuole di seguire immediatamente il protocollo appropriato se c’è il sospetto che uno studente sia in pericolo. Tuttavia, se i genitori si sono già dimostrati ragionevoli, affettuosi e impegnati, la scuola dovrebbe collaborare il più possibile con la famiglia e favorire una sana comunicazione tra studenti e genitori.

Si raccomanda alle scuole di fare una distinzione tra il coming-out come lesbica, gay o bisessuale e il coming-out come trans. Dal momento che l’orientamento sessuale non ha ripercussioni su nomi, pronomi, abbigliamento, capelli o altre questioni di stile, gli studenti possono dichiarare il loro orientamento sessuale senza particolari implicazioni. Invece, per quanto riguarda identità di genere, il coming out può causare ulteriori questioni, come la triangolazione o la dissonanza cognitiva. Un ragazzino può finire per cambiarsi i vestiti, nome e pronomi nel tragitto casa-scuola, per poter vivere una “doppia vita”. Le scuole dovrebbero essere consapevoli di quanto questo possa essere motivo di sofferenza per tutti, compreso il bambino.

Si raccomanda alle scuole di aiutare i genitori che si sentono in difficoltà a causa della disforia di genere del loro figlio, fornendo loro informazioni sui gruppi di sostegno per le famiglie, come il Gender Dysphoria Support Network.

⚠️ Si suggerisce di non incoraggiare bambini e ragazzi a tenere segreti con le loro famiglie quando non sussiste una seria giustificazione per farlo.

Privacy

Il requisito di privacy permette agli studenti di mantenere un senso di controllo, di autonomia, di identità e di benessere nella loro vita. Crea anche uno spazio per affrontare le funzioni corporee intime (in particolare le mestruazioni) che possono causare disagio o imbarazzo in contesti pubblici inadeguati.

Si raccomanda che le scuole mantengano i requisiti di privacy all’interno di bagni, spogliatoi e altri spazi in cui potrebbero emergere questioni legate al sesso e all’identità di genere.

⚠️ Si suggerisce di non sottovalutare il legittimo desiderio di privacy nell’adolescenza quando si tratta di questioni corporee.

Transizione medica

Alcuni studenti possono sottoporsi a un intervento medico, con il sostegno dei genitori e del terapista, mediante bloccanti della pubertà e/o ormoni cross-sex. Gli studenti che raggiungono l’età durante il percorso scolastico non avranno più bisogno del consenso dei genitori per effettuare una transizione legale o medica, e quindi potranno farsi prescrivere ormoni cross-sex. Questi individui possono richiedere il pieno riconoscimento come membri del sesso opposto, sia con il consenso dei genitori, sia -se hanno superato l’età prevista dalla giurisdizione in questione- indipendentemente dall’opinione dei genitori. Le scuole il più delle volte sono tenute ad acconsentire a questo desiderio di riconoscimento. In ogni caso, si può agire in modo che ci sia equità e un bilanciamento tra i diritti in contrapposizione dei diversi gruppi protetti, mantenendo la responsabilità della scuola nei confronti della comunità studentesca.

Si raccomanda che le scuole riconoscano i diritti legali degli studenti che hanno subito una transizione medica o legale. I già citati servizi igienici e spogliatoi a uso singolo dovrebbero servire a questo scopo, dal momento che persiste l’obbligo di salvaguardare i minori di 18 anni rendendo disponibili spazi divisi per sesso.

Si raccomanda di adottare un approccio flessibile, in modo da evitare inutili e lunghe contestazioni alle politiche scolastiche.

Si raccomanda che i genitori, i professionisti della salute mentale e l’organismo scolastico siano coinvolti in ogni fase del processo decisionale, e che vengano effettuate valutazioni di rischio e d’impatto, ove opportuno.

Si raccomanda che gli studenti che hanno intrapreso la transizione medica seguano le regole scolastiche allo stesso modo di tutti gli altri studenti, in modo da mantenere un senso di uguaglianza e correttezza all’interno della comunità studentesca.

⚠️ Si suggerisce di non creare regole inutili per gli studenti, che rischino di minare la comunità scolastica in generale.

Infine…

Vi invitiamo a considerare con attenzione i diritti legali e costituzionali dei genitori e delle famiglie. In molte giurisdizioni, la transizione sociale di un bambino contro la volontà dei genitori può essere una violazione dei diritti legali o costituzionali dei genitori. È indispensabile che siate informati su questo punto.

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