Punto di vista dall’estero: “Rotten Endocrinology in Italy”

L’approccio alla disforia di genere sta cambiando, ormai l’evidenza che non ci sono prove per continuare a sostenere l’approccio affermativo è sotto gli occhi di tutti (quelli che la vogliono vedere). Ma cosa si dice all’estero della situazione italiana?

Riportiamo la nostra traduzione di un articolo di Agata Rossi pubblicato su Genspect il 15 maggio 2024.


C’è qualcosa di innegabilmente viziato nella Società Italiana di Endocrinologia (SEI). La SEI è uno dei tanti ingranaggi di uno scandalo medico internazionale, che ha provocato danni iatrogeni irreversibili a migliaia di bambini in tutto il mondo, Italia compresa.

Non è una novità, anche se la recente pubblicazione della Cass Review in Inghilterra, l’indagine di quattro anni sull’uso di bloccanti della pubertà condotta dalla rispettata pediatra Dott.ssa Hilary Cass, ex presidente del Royal College of Paediatrics and Child Health (RCPCH), ha contribuito a svelare l’enorme corruzione medica e accademica nel campo delle “cure affermative di genere”.

La Società Italiana degli Psicoanalisti esprime da tempo preoccupazione riguardo alla medicalizzazione dei bambini affetti da “disforia di genere” e mette in dubbio la fondatezza delle affermazioni della SEI secondo cui i bambini sarebbero a maggior rischio di suicidio, autolesionismo e depressione se non inseriti in un percorso medicalizzato con bloccanti della pubertà.

La battaglia tra professionisti si è disputata sulla stampa mainstream italiana, che si è schierata più volentieri dalla parte degli endocrinologi. Nel gennaio 2023, l’ONIG (Osservatorio Nazionale Sull’Identità di Genere, associazione che raccoglie professionisti, rappresentanti di associazioni ecc. a vario titolo interessate ai temi del transgenderismo) ha scritto una lettera pubblica al Primo Ministro italiano, Giorgia Meloni, difendendo l’uso di bloccanti della pubertà per i bambini disforici, sostenendone la reversibilità e il carattere salvavita.

Eppure, nel maggio 2021, l’istituto svedese Karolinska, rinomato a livello mondiale, aveva smesso di usare i bloccanti della pubertà a causa degli effetti avversi irreversibili e, prima ancora, nel giugno 2020 la Finlandia aveva preso la stessa decisione, preferendo un approccio non medicalizzato al trattamento della disforia pediatrica.

Il 5 febbraio 2024 Sarantis Thanopulos, psicoanalista con sede a Napoli e Presidente della Società Psicoanalitica Italiana, ha scritto una lettera al direttore di Quotidiana Sanità esprimendo la sua preoccupazione che all’ospedale Careggi di Firenze un approccio ideologico ai bambini disforici stesse prendendo il sopravvento sulla medicina basata sull’evidenza. Thanopulos ha chiesto evidenze a sostegno delle affermazioni secondo cui i bloccanti della pubertà sarebbero effettivamente “salvavita” e si è dichiarato preoccupato per la mancanza di valutazione psicologica prima di iniziare il trattamento che, nel 98% dei casi, non è una semplice “pausa”, bensì il primo passo di un percorso irreversibile che comprende ormoni sessuali incrociati e interventi chirurgici.

Nonostante qualche settimana fa siano stati resi pubblici i preoccupanti risultati iniziali dell’ispezione ministeriale italiana al Dipartimento di Genere dell’Ospedale Careggi di Firenze, la narrativa, ormai comprovata come falsa, secondo la quale i bloccanti della pubertà sarebbero salvavita prosegue sulla stampa italiana. Le madri italiane i cui figli sono stati trattati dall’endocrinologa Alessandra Fisher e dalla psicologa Jiska Ristori (del centro Careggi, ndr) sono fermamente convinte che i loro figli si “toglieranno la vita” se smetteranno di prendere il bloccante della pubertà triptorelina. La mancanza di consenso informato non solo è una negligenza dal punto di vista medico, ma è anche incredibilmente crudele ed è un tradimento della fiducia tra un medico e i suoi pazienti. I giovani pazienti di Fisher e Ristori e i loro genitori meritano di sapere la verità, ovvero che le prove di efficacia per l’uso di bloccanti della pubertà si basano su procedure ambigue con medici che si riferiscono gli uni alle linee guida degli altri; si tratta a tutti gli effetti di circolarità di evidenze fraudolenta, che è ormai uno scandalo internazionale.

Sono certa che lo psicologo italiano Sarantis Thanopolus non trarrà alcuna soddisfazione dal fatto che gli sia stata resa giustizia su scala internazionale. Come molti altri in tutto il mondo, proverà solo un’immensa tristezza per il numero troppo alto di bambini e adolescenti che sono stati irrimediabilmente danneggiati dal più grande scandalo accademico e medico nella storia della medicina moderna.

C’è un urgente bisogno dell’equivalente italiana della revisione Cass inglese. La posizione della Società Italiana Endocrinologia, che continua a utilizzare e promuovere la triptorelina, è diventata ormai inaccettabile.

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