etero-anamnesi come strumento clinico centrale

L’etero-anamnesi come strumento clinico centrale nella diagnosi di disforia di genere

Introduzione

Nel contesto di una valutazione clinica accurata, l’anamnesi rappresenta il primo e imprescindibile strumento per orientare il ragionamento diagnostico.

In particolare, la disforia di genere — condizione complessa e multifattoriale — richiede un approccio valutativo che superi la sola percezione soggettiva del paziente. In questo senso, l’etero-anamnesi, ovvero la raccolta di informazioni da figure esterne al paziente (genitori, caregiver, insegnanti), si rivela non solo utile, ma essenziale per una comprensione profonda del quadro clinico (Zucker, 2019; Korte et al., 2020).

La crescente tendenza a basare l’intervento clinico unicamente sull’autodichiarazione dell’identità di genere da parte del minore — senza un’indagine strutturata del contesto familiare, dello sviluppo psicologico pregresso e della presenza di comorbidità psichiatriche — rischia di ridurre la valutazione a un atto confermativo piuttosto che diagnostico (Cass, 2024; D’Angelo et al., 2021).

Disforia di genere: complessità e bisogno di contesto

La disforia di genere in età evolutiva si manifesta spesso in contesti psicologici complessi, che includono sintomi ansioso-depressivi, disturbi del comportamento alimentare, traumi precoci, neurodivergenze (come l’autismo) o dinamiche familiari disfunzionali (Levine et al., 2022; Kaltiala, 2023). In tali casi, l’etero-anamnesi è fondamentale per:

  • ricostruire la storia evolutiva del bambino o adolescente (es. comportamenti di genere atipici persistenti o insorti solo recentemente);
  • valutare la presenza di eventi stressanti o traumi non verbalizzati dal paziente;
  • confrontare il racconto soggettivo con l’osservazione esterna di figure significative;
  • identificare comorbidità che possono influenzare l’identità e il disagio percepito (es. autismo, ADHD, disturbi d’ansia).

Uno dei problemi maggiormente segnalati nella letteratura recente è proprio la sottovalutazione dell’etero-anamnesi nei modelli di intervento “affermativi”, in cui l’identificazione soggettiva del minore viene considerata di per sé sufficiente a giustificare trattamenti farmacologici e transizioni sociali (Biggs, 2020; Tavistock & Portman NHS Trust, 2022).

Il ruolo specifico dei genitori

Nel caso della disforia di genere, i genitori non sono semplici testimoni esterni, ma osservatori cruciali della traiettoria evolutiva del minore. La raccolta etero-anamnestica consente di:

  • indagare l’insorgenza del disagio: è precoce e persistente, oppure improvvisa e collegata a fattori contestuali (es. dinamiche scolastiche, social media, eventi traumatici)?
  • valutare i cambiamenti comportamentali e affettivi: calo del rendimento scolastico, isolamento sociale, modificazioni dell’umore;
  • verificare la coerenza narrativa: tra ciò che il paziente riferisce e ciò che i familiari riportano.

Studi recenti mostrano che, in molti casi, la disforia può manifestarsi in modo repentino durante l’adolescenza e coincidere con vulnerabilità psicologiche preesistenti o dinamiche sociali influenti (Rapid-Onset Gender Dysphoria, Littman, 2018). In questi scenari, ignorare l’etero-anamnesi equivale a rinunciare a una parte essenziale del quadro clinico.

Rischi clinici della sua omissione

L’assenza o la marginalizzazione dell’etero-anamnesi nel processo diagnostico può portare a:

  • diagnosi errate o affrettate;
  • percorsi terapeutici non proporzionati;
  • medicalizzazione prematura di condizioni transitorie o reattive;
  • sottovalutazione di disturbi primari (es. depressione, trauma, autismo).

Come evidenziato dalla Cass Review nel Regno Unito (Cass, 2024), l’eccessiva enfasi sull’autodichiarazione identitaria — in assenza di una valutazione comprensiva e multidisciplinare — ha contribuito a una perdita di rigore clinico e a un aumento di richieste di detransizione in soggetti non adeguatamente valutati (Kaltiala, 2023; Levine et al., 2022).

Aspetti metodologici ed etici

È essenziale che la raccolta etero-anamnestica venga condotta con metodo, sensibilità e rispetto della riservatezza. In particolare:

  • Il consenso del paziente e della famiglia è fondamentale, salvo situazioni che impongano interventi immediati per la tutela del minore.
  • L’obiettività del paziente va valutata: è importante considerare la qualità del legame e l’eventuale presenza di bias o conflitti.
  • La documentazione deve essere accurata: specificare sempre da chi provengono le informazioni etero-anamnestiche e distinguere con chiarezza tra dati osservabili e opinioni personali.

Conclusioni

Nel percorso diagnostico della disforia di genere, l’etero-anamnesi non è un intervento accessorio, ma un passaggio fondamentale per garantire una valutazione clinica completa, prudente e rispettosa della complessità individuale. Non raccoglierla, o farlo in modo superficiale, espone il paziente — soprattutto se minore o giovane adulto — a un rischio concreto di interventi inadeguati, esorbitanti o dannosi.

Una clinica responsabile, basata su evidenze, deve tornare a valorizzare il contributo osservativo di chi vive quotidianamente accanto al paziente. Solo così è possibile distinguere tra sofferenze transitorie, disagi strutturali e identità consolidate. In un’epoca in cui l’autodeterminazione è valorizzata, non dobbiamo dimenticare che anche l’ascolto degli altri è parte del prendersi cura della persona.

Della mancata scrupolosa indagine anamnestica qualcuno, in altri paesi, sta già iniziando a chiedere conto.


Bibliografia essenziale

  • Biggs M. (2020). Puberty blockers and suicidality in adolescents suffering from gender dysphoria. Archives of Sexual Behavior.
  • Cass H. (2024). The Cass Review: Independent Review of Gender Identity Services for Children and Young People. NHS England.
  • D’Angelo R. et al. (2021). One Size Does Not Fit All: In Support of Psychotherapy for Gender Dysphoria. Archives of Sexual Behavior.
  • Kaltiala R. (2023). Youth gender transitions: The challenge of evidence-based medicine. World Psychiatry.
  • Korte A. et al. (2020). Parental perspectives on decision-making and knowledge in pediatric gender-affirming care. Journal of Adolescent Health.
  • Levine S. et al. (2022). Reconsidering informed consent for transgender-identified children, adolescents, and young adults. Journal of Sex & Marital Therapy.
  • Littman L. (2018). Parent reports of adolescents and young adults perceived to show signs of a rapid onset of gender dysphoria. PLoS ONE.
  • Tavistock and Portman NHS Trust. (2022). Findings from judicial review on GIDS service.
  • Zucker KJ. (2019). Adolescents with gender dysphoria: Reflections on some contemporary clinical and research issues. Archives of Sexual Behavior.

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