Audizioni sul DDL disforia: massima prudenza e cautela nell’uso di bloccanti puberali e di ormoni cross-sex in soggetti di minore età.
Ringraziamo il Prof. Gandolfini per averci autorizzato a pubblicare la memoria scritta da lui depositata presso la XII Commissione Affari Sociali, a seguito dell’audizione resa in data 2 dicembre 2025 sul DDL “Disposizioni per l’appropriatezza prescrittiva e il corretto utilizzo dei farmaci per la disforia di genere”.
Chi è il Prof. Massimo Gandolfini
Noto neurochirurgo, psichiatra e bioeticista italiano, direttore di dipartimento presso la Poliambulanza di Brescia e consultore della Congregazione delle Cause dei Santi vaticana, attivo anche come presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli (Family Day) e figura di spicco nel dibattito pubblico su temi bioetici, famiglia e diritti.
Stimato Signor Presidente e Egregi Deputati, grazie per l’opportunità che mi viene concessa, di proporre il mio punto di vista su un tema clinico-medico di grande importanza.
Considerato il tempo limitato, mi limiterò ad esporre alle SS.LL i dati scientifici in nostro possesso, tratti dalla letteratura internazionale.
In sintesi, gli obbiettivi che ci si propone a favore dell’uso di bloccanti puberali, si possono riassumere in tre goal standard:
- Ridurre i sintoni legati alla disforia di genere (DG);
- Acquisire tempo per un possibile ripensamento;
- Migliorare il risultato chirurgico della riassegnazione sessuale.
RIDUZIONE DEI SINTOMI
La rivista PEDIATRICS, 2018; 141(4), conclude con affermazioni che riporto integralmente:
“Il trattamento con GnRHa (bloccanti puberali) è associato a peggioramento di vari
parametri psicologici, includendo il funzionamento globale, depressione e
soprattutto problemi di carattere emotivo e di comportamento … In più, il
trattamento non ha mostrato effetto significativo sui sintomi della disforia di
genere”.
Rapporto CASS 2024; commissionato dal NIH inglese nel 2022, con favore politico
bipartisan (presidente Hillary Cass, già presidente del Royal Colle of Pediatrics; 92
ricercatori, 912 referenze bibliografiche):
“La revisione sistematica dei percorsi di cura dell’Università di York ha riportato che lo 0 – 8% dei giovani hanno interrotto la soppressione puberale
… Questi dati suggeriscono che i bloccanti puberali non fanno guadagnare tempo per pensare, considerato che la grande maggioranza di coloro che iniziano la soppressione della pubertà proseguono con ormoni mascolinizzanti o femminilizzanti”
“Solo due studi di moderata qualità hanno verificato la DG e la soddisfazione
corporea … Nessuno ha riportato alcun cambiamento prima o dopo aver ricevuto la
soppressione puberale”
“Il protocollo originale olandese ha rilevato miglioramenti nella salute mentale in
uno studio prima/dopo, senza gruppo di confronto, ma il GIDS early intervention
study non ha confermato questo risultato. La revisione sistematica sugli interventi
per sopprimere la pubertà ha individuato un altro studio di buona qualità che ha
prodotto un risultato intermedio con miglioramenti in alcune misure di salute
mentale, ma non in altre” (pag.176)
“L’Università di York ha concluso che c’è un’evidenza insufficiente e/o incoerente
circa gli effetti della soppressione della pubertà sulla salute mentale o psicosociale
… (unica) eccezione è la revisione sistematica commissionata dalla WPATH che ha
riportato qualche beneficio. Tuttavia, in questa ultima revisione, 8 dei 12 studi che
hanno riportato gli effetti psicologici erano valutati di bassa qualità” (pag.177)
“L’evidenza non supporta adeguatamente l’affermazione che il trattamento
affermativo di genere riduce il rischio di suicidio” (pag.187)
Uno studio sulle ragioni che hanno portato alla decisione di “detransizione”, ha
evidenziato che nel 70% dei casi è per aver compreso che il proprio disagio non era
legato alla DG ma ad altri fattori, il 62% per motivi di salute, il 50% perché la
transizione non ha modificato lo stato disforico (Vandenbussche, E. (2021), Jounal of
Homosexuality, 69(9), 1602-1620)
Circa la valutazione della qualità delle linee guida adottate per la transizione ( sec. AGREE II),
il Rapporto Cass dichiara:
“La maggioranza delle linee guida sono insufficienti circa l’evidenza sui rischi e i benefici del trattamento medico negli adolescenti, particolarmente in relazione agli effetti a lungo termine.
Nonostante questo, molte proseguivano citando questa evidenza per raccomandare i trattamenti medici” (pag.130)!!!
L’influenza della WPATH (World Professional Association for Transgender Haelthcare) è stata determinante nella elaborazione di numerose linee guida.
“La valutazione delle linee guida solleva seri dubbi sull’affidabilità delle attuali lenee guida . La
maggior parte di esse non ha seguito gli standard internazionali per lo sviluppo delle linee guida”
(AGREE Next Steps Consortium, 2017; pag.130).
Nel 2024 è stato pubblicato uno studio di revisione tedesco (Beyound NICE:
Aktualisierte systematiche Ubersicht zur Evidenzlage der Pubertatsblockade und
Hormongabe bei Minderjahringen mit Geschlechtsdysphorie):
“L’evidenza disponibile sull’uso dei bloccanti della pubertà degli ormoni per la transizione dei minori è limitatissima a pochi studi con piccoli numeri, e questi studi hanno una metodologia e una qualità problematiche…
Mancano studi a lungo termine adeguati e significativi. L’evidenza attuale non suggerisce che i sintomi di
DG e di salute mentale migliorino significativamente quando i bloccanti della pubertà o gli ormoni per la transizione sono usati sui minori con DG …
Gli interventi terapeutici per gestire e ridurre la sofferenza percepita possono diventare rilevanti
nei bambini e negli adolescenti con DG”.
Un altro dato bibliografico da prendere in considerazione è il Rapporto HHS-USA novembre 2025, in cui si sono vagliati migliaia di studi in 406 pagine di peer review:
“Nell’insieme l’assenza di evidenze certe nel lungo termine riguardo questi aspetti critici (suicidi, fratture, fertilità, crescita, sviluppo neurocognitivo) lasciano un’incertezza sostanziale circa gli effetti dei bloccanti della pubertà” (pag.91).
“L’affermazione ubiquitaria che la detransizione e il pentimento sono incredibilmente rare non è supportato dall’evidenza ..
Uno studio di popolazione nel Regno Unito non focalizzato sui minori, ha rilevato che un quinto dei pazienti interrompeva gli interventi ormonali entro 5 anni e più della metà di questi esprimevano esperienze di detransizione o pentimento” (pag. 132).
Negli USA, 27 Stati su 50, hanno leggi che bloccano le terapie di affermazione di
genere, sotto i 18 anni.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Alla luce degli studi scientifici sopra riportati – cui se ne possono aggiungere molti altri, che per motivi di sintesi ho omesso, ma che sono facilmente reperibili, e che giungono alle medesime conclusioni – sento il dovere di esprimere un appello di massima prudenza e cautela nell’uso di bloccanti puberali e di ormoni cross-sex in soggetti di minore età.
La DG è la condizione classica che impone l’applicazione dell’articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, noto come “principio di precauzione”: prevenzione del rischio che richiede l’adozione di misure preventive, quando sussiste un rischio potenziale di danno grave per la salute umana o l’ambiente, anche in assenza di certezza scientifica assoluta.
Un’attenzione speciale deve essere dedicata alla definizione della diagnosi di “disforia di genere”, spesso inficiata dalla presenza di un disturbo mentale di fondo (disturbi della sfera autistica, disturbo borderline di personalità) che induce – erroneamente – a ritenere che il soggetto sia in condizioni di sofferenza a causa di un disturbo di identità di genere, quando il vero problema è inerente la struttura di
personalità (vedi tabelle allegata). L’età adolescenziale, in particolare, è caratterizzata da una spesso difficile e assai tumultuosa presa di coscienza della propria identità che, quasi sempre, si risolve con il passaggio all’età più adulta, come ampiamente dimostrato dalla letteratura internazionale sul tema.
Un’attenta e rigorosa valutazione di carattere psicologico e psichiatrico è passaggio ineludibile per
giungere ad una diagnosi di massima certezza.
Fondamentale importanza ha il predisporre protocolli, scientificamente validati, di trattamento, con successivo controllo degli outcomes raggiunti. E’, quindi, opportuno realizzare quanto previsto dal DDL in discussione, in ordine al predisporre un “tavolo tecnico” di valutazione. Altrettanto necessarie sono sia l’acquisizione di un corretto e completo consenso informato, sia l’acquisizione del parere di un comitato etico a valenza nazionale.
Documento originale disponibile qui
Allegate Tabelle: DG in età prepubere e DG e comorbidità psichiatrica.