Autismo e identità di genere: cosa sappiamo 

Ringraziamo i professionisti di TransgenderTrend e in particolare Jane Galloway, donna autistica e cofondatrice di http://evidencebasedautism.com per le informazioni approfondite contenute nel dossier “Autism & Gender Identity” pubblicato nel 2022 (scaricabile gratuitamente qui in lingua inglese), dalle quali abbiamo attinto per scrivere questo articolo, integrando con le evidenze della Cass Review report finale, pubblicata nel 2024.


Autismo e identità di genere: una connessione da comprendere meglio

Genitori, tutori, medici e terapeuti sono sempre più consapevoli che esiste un legame evidente tra problemi di identità di genere e disturbi dello spettro autistico (ASD).

Cosa significa essere un giovane autistico nella società odierna che rende l’identificazione lontana dal proprio sé (come quella transgender) una proposta così attrattiva?

La statistica dietro il fenomeno

Sappiamo che il 76% degli utenti che in anni recenti si erano rivolti al centro Gender Identity Development Service della clinica Tavistock & Portman – che è stato chiuso nel 2022 dal Sistema sanitario nazionale ingleseerano ragazze adolescenti e, dalle statistiche di tale centro, sappiamo che il 48% dei loro casi aveva una diagnosi di autismo o ne mostrava tratti.

Nel complesso, si tratta di un numero sorprendente di giovani che condividono caratteristiche che di solito sono presenti solo nell’1% della popolazione. Sebbene vi siano prove evidenti che esista un collegamento tra il numero di bambini e giovani con disforia di genere o che si identificano sotto l’ombrello transgender, non esiste alcuna ricerca che ne esamini il motivoIn parte ciò è dovuto al fatto che l’aumento esponenziale di bambini e giovani che sperimentano disforia di genere o che si identificano come trans è avvenuto molto rapidamente, troppo rapidamente perché la ricerca potesse tenere il passo. 

C’è stato un aumento complessivo senza precedenti nei rinvii al NHS Gender Identity Service (GIDS) di oltre il 3.263% nei dieci anni dal 2009 al 2019, con un aumento dei casi di femmine adolescenti in quel periodo del 5.337%

In Italia, nonostante sappiamo che negli ultimi anni i casi di minori con incongruenza di genere sono aumentati esponenzialmente, non esiste un registro nazionale e il Ministero della Salute non è in possesso di informazioni su quanti bambini e ragazzi sono stati presi in carico dai centri appositi e sono stati trattati con bloccanti della pubertà, nonostante si tratti di somministrazione a minori di farmaci off-label che hanno un impatto notevole sul loro sviluppo ed effetti collaterali a lungo termine non noti.

Le considerazioni della Cass Review sulla neurodiversità nei pazienti del GIDS

Il Rapporto finale della valutazione indipendente commissionata alla dott.ssa Hilary Cass dal servizio nazionale inglese sul funzionamento del GIDS – che ha portato al blocco della prescrizione di bloccanti della pubertà nel Regno Unito – dedica diverse considerazioni in merito alla neurodiversità, rilevando in primo luogo come “i tratti e le diagnosi di autismo o l’ADHD fossero presenti e menzionati nella maggioranza dei casi, senza che fosse chiaro quanto fossero stati esplorati pienamente o in modo appropriato”.

Tra le raccomandazioni della Cass Review per istituire di un sistema di cura olistico per migliorare il benessere dei giovani che hanno difficoltà con la loro identità di genere, al secondo posto troviamo l’esecuzione di un‘indagine per l’autismo o ADHD (pag. 150, Cass Review Final).

La sezione che approfondisce la neurodiversità tra gli aspetti necessari per comprendere la coorte di pazienti (pagg. 93-94, Cass Review Final) viene riportato che “alcune ricerche hanno suggerito che le persone transgender e gender-diverse hanno da tre a sei volte più probabilità di essere autistiche rispetto alle persone cisgender, dopo aver controllato l’età e il livello di istruzione (Warrier et al., 2020). Questi risultati sono confermati dai medici che riferiscono di aver avuto in cura femmine adolescenti con buone capacità cognitive e articolate, ma che lottano contro l’identità di genere, l’ideazione suicida e l’autolesionismo. In alcuni di questi giovani il denominatore comune è l’autismo non diagnosticato, che spesso non viene riconosciuto nelle ragazze adolescenti…”

“Nonostante siano spesso molto articolati, intelligenti e competenti in molti settori, i giovani autistici hanno difficoltà nella comunicazione sociale e nelle relazioni con i coetanei, il che può rendere difficile per loro sentirsi accettati e “inserirsi”.

“Le difficoltà di interocezione (dare un senso a ciò che accade nel loro corpo) e di alessitimia (riconoscere ed esprimere le proprie emozioni) possono talvolta rendere difficile per questi giovani esprimere ciò che provano riguardo alle loro sensazioni interne, alla loro identità di genere e alla loro identità sessuale.

“Inoltre, i disturbi della salute mentale, tra cui l’ansia, la depressione, i disturbi alimentari, il disturbo neurologico funzionale, il disturbo ossessivo compulsivo e il disturbo da dismorfismo corporeo, sono più comuni nei bambini e nei ragazzi autistici (González-Herrero et al., 2022; Lai et al., 2019). La comprensione e l’integrazione di mente e corpo dipendono dall’età cronologica del singolo bambino/ragazzo, dal suo livello di sviluppo e dalla presenza o assenza di differenze nel neurosviluppo. Questi fattori possono far sì che questi individui identifichino e comunichino le esperienze di stress/disagio in modo diverso da altri individui neurotipici.

“Per risolvere questo problema può essere necessario più tempo rispetto agli individui neurotipici, rendendo i giovani neurodiversi potenzialmente vulnerabili fino ai 20 anni o oltre, a causa della loro tendenza a volere risposte bianche e nere e della loro difficoltà a tollerare l’incertezza”.

Perché esiste una sovrarappresentazione delle persone autistiche tra i pazienti dei centri per la disforia di genere?

Non sappiamo ancora i motivi per cui i bambini autistici siano così sovra rappresentati nei GIDS, anche se questioni legate alla pubertà e alla trasformazione corporea, all’interocezione, ai problemi sensoriali, alla teoria della mente e all’influenza dei social media potrebbero essere fattori che contribuiscono.

Sia aneddoticamente, sia nella ricerca esplorativa quantitativa di Lisa Littman è chiaro che potrebbe esserci un elemento di contagio sociale tra le ragazze adolescenti quando si tratta di adottare un’identità di genere, in particolare all’interno di un contesto scolastico. Allontanarsi dall’identificazione con il proprio sesso biologico è emersa come risposta al dolore psichico dell’adolescenza femminile.

La non conformità di genere e la fuga dall’iperfemminilità sessualizzata

Le giovani vivono una forte pressione sociale a relegare il loro aspetto fisico alla tipologia iperfemminile e sessualmente disponibile spinta dai media (a loro volta influenzati dalla pornografia); davanti a questo alcune ragazze si allontanano del tutto dalla femminilità.

C’è molta pressione ad apparire in un certo modo, e ciò può influenzare in modo significativo le ragazze autistiche, che spesso non sono conformi al genere e che sono molto meno propense a interpretare gli stereotipi di genere rispetto alle loro coetanee neurotipiche.

L’esperto di autismo, il professor Tony Attwood, ne scrive sul suo sito web.

“Inevitabilmente ci saranno momenti in cui ella dovrà interagire con altri bambini e potrebbe preferire giocare con i maschi, il cui gioco è più costruttivo che emotivo e più avventuroso piuttosto che conversazionaleMolte ragazze e donne che hanno la sindrome di Asperger hanno descritto ai clinici e nelle autobiografie come a volte pensano di avere un cervello maschile piuttosto che femminile, avendo una maggiore comprensione e apprezzamento degli interessi, del pensiero e dell’umorismo dei maschi. Una ragazza che ha la sindrome di Asperger può essere descritta come un “maschiaccio” che desidera unirsi alle attività e alle conversazioni dei maschi piuttosto che delle femmine“. 

“Potrebbe preferire giocattoli non specifici per il genere come i Lego e non essere interessata alle mode adottate dalle ragazze della sua età per essere ‘cool’ e popolari. Potrebbe esserci un’avversione al concetto di femminilità nell’indossare abiti alla moda, vezzosi o fru-fru. La preferenza può andare ad abiti pratici e comodi con tante tasche”. 

Molti bambini autistici sono estremamente intelligenti, ma allo stesso tempo trovano difficile comprendere il contesto o le conseguenze a lungo termine delle azioni che intraprendono.

Per le ragazze autistiche che desiderano disperatamente essere accettate dai loro coetanei, un’identità trans rappresenta un modo socialmente accettato di essere diverse. Questa identità può essere considerata molto più socialmente accettabile dell’essere autistici.

Una giovane detransitioner autistica, ha scritto un saggio sulle sue esperienze per il sito web DetransVoices. Descrive la confusione di crescere come persona non conforme al genere, ricevere una diagnosi di autismo a undici anni, senza però ricevere alcun supporto, e di cercare di trovare un’identità mentre ci si sente sempre più isolati: 

“Non ero a conoscenza di molte norme sociali e di genere all’epoca, ma sapevo di odiare tutto ciò che era “femminile”. Ero consapevole di essere diversa dalle ragazze, ma non mi sentivo nemmeno in sintonia con i ragazzi. Mi sentivo molto isolata e sola anche quando avevo 5-6 anni. In seguito, ho pensato che questa potesse essere la prova che ero queer o trans, ma ora so che era solo perché ero autistica”.

Alcuni detransitioner autistici hanno definito la disforia di genere, l’identità di genere e l’essere transgender i loro interessi speciali.

La presentazione femminile dell’autismo e la sottodiagnosi

La maggior parte delle ricerche sulle condizioni dello spettro autistico è stata storicamente condotta osservando il comportamento dei maschi autistici. Ciò significa che la maggior parte dei genitori, insegnanti, terapeuti e personale medico basano la propria conoscenza e comprensione dell’autismo solo sull’interpretazione di come i maschi si presentano.

Le femmine autistiche possono presentarsi in modi molto diversi. Questo può spesso portare genitori, insegnanti e personale medico a supporre che non siano affatto autistiche.

Le ragazze autistiche sono molto spesso tranquille e quindi si può presumere che non abbiano difficoltà, o che stiano bene quando invece non è così. I genitori vedono la figlia come diversa o eccentrica, in quanto nessun professionista è stato in grado di diagnosticarla. Possono avere interessi ossessivi esattamente come i maschi, ma questi vengono spesso trascurati, poiché spesso riguardano argomenti considerati stereotipicamente normali per le ragazze (ad esempio gruppi pop, star del cinema, trucchi, vlogger, fate, moda).

Le ragazze autistiche possono passare molto tempo a imitare i coetanei per adattarsi, e arrivare anche alla fine dell’adolescenza senza un solido senso di sé. Questo può portarle a provare una varietà di identità per cercare di scoprire chi sono, e, in alcuni casi, anche a identificarsi nel sesso opposto.

Le femmine autistiche hanno spesso una o più amiche strette. Potrebbero voler piacere a tutti costi e per questo possono essere vulnerabili alla pressione dei coetanei. Possono avere difficoltà a interpretare le emozioni o le espressioni delle altre persone. In ambito scolastico, possono avere difficoltà a “comprendere” le espressioni degli insegnanti e degli altri alunni. 

Può essere difficile per loro riconoscere e/o nominare le proprie emozioni (questo è chiamato alessitimia). L’urlare o il parlare ad alta voce possono essere interpretati come espressione di rabbia, e ciò causa paura o ansia. 

Le ragazze autistiche di solito sperimentano livelli di ansia notevolmente più elevati rispetto alle loro coetanee. Ciò può presentarsi come stimming (movimenti ripetuti come sbattere le mani, pizzicare, picchiettare, masticare ecc.) per auto-rassicurarsi.

Sfortunatamente, anziché riconoscere l’ansia e i crolli emotivi come possibili indicatori di autismo, questi attributi vengono ancora considerati stereotipicamente femminili, tanto che le ragazze che ne soffrono possono essere ignorate o etichettate come nevrotiche o eccessivamente emotive. Di conseguenza, le ragazze e le donne hanno statisticamente molte più probabilità di ricevere una diagnosi di disturbo d’ansia, disturbo bipolare o disturbo borderline di personalità che di essere riconosciute come autistiche. Storicamente, questo ha portato molte donne ad avere difficoltà in età adulta, perché l’autismo non era stato riconosciuto.

Le ragazze autistiche possono sentirsi sopraffatte da rumori, colori, luci o altri segnali sensoriali, come anche avere una reazione di tipo sensoriale all’abbigliamento commercializzato per le femmine, che le porta a preferire abiti larghi e comodi o abiti che appaiono non conformi al genere. Molte ragazze autistiche preferiscono indossare abiti che vengono venduti nel reparto maschi, perché sono progettati più per la comodità e la praticità che per una questione di moda.

Le ragazze autistiche hanno spesso un occhio attento ai dettagli e una memoria eccellente. Riescono a scovare degli schemi in natura e intorno a loro, sono spesso molto creative, con un’immaginazione vivida.

La pubertà traumatica

Probabilmente il più grande passaggio che un giovane deve sperimentare è la pubertà. Per i bambini autistici può essere traumatico, poiché il corpo in cui stanno crescendo inizia improvvisamente a cambiare. Non è raro che la pubertà inneschi la disforia di genere nei bambini autistici, ma è importante notare che provare disforia di genere non è la stessa cosa che adottare un’identità transgender.

I cambiamenti fisici, psicologici ed emotivi che avvengono nella pubertà possono scatenare una reale paura di crescere. Per i bambini autistici, questo può portare alla negazione di ciò che sta accadendo loro.

Lo sviluppo del seno nelle ragazze può essere un cambiamento difficile in quanto è il primo cambiamento visibile agli altri. Per una ragazza autistica, vedere il proprio corpo cambiare forma può essere allarmante. Alcune associano i reggiseni al tipo di immagini sessualizzate viste nei video o nelle pubblicità, o semplicemente all’età adulta, e potrebbero avere il desiderio di evitare di crescere. Indossare un reggiseno può anche provocare problemi sensoriali e difficoltà con le allacciature se hanno difficoltà con le capacità motorie fini. Questo può portare le ragazze a evitare del tutto di indossare un reggiseno. L’inizio dello sviluppo del seno può anche segnare l’inizio dell’oggettivazione da parte di ragazzi più grandi e persino uomini adulti, che può risultare difficile da elaborare e generare sentimenti di colpa e vergogna interiorizzati.

Il menarca può rappresentare uno dei momenti più scoraggianti della pubertà per le ragazze autistiche. Molte ragazze autistiche hanno profonde reazioni sensoriali al sangue mestruale e trovare difficile gestire il disordine o lo sporco. In un contesto in cui le ragazze hanno accesso immediato alle informazioni sulla disforia di genere, la profonda esperienza visiva e sensoriale delle mestruazioni può essere un potente innesco per allontanarsi dall’identificazione nel sesso femminile. Potrebbero arrivare a decidere di voler assumere farmaci come il testosterone per fermare la pubertà e le mestruazioni del tutto.

La sessualità

I ragazzi gay o lesbiche possono ritrovarsi presi in giro o vittime di bullismo e, in particolare, dichiararsi lesbiche è diventato sempre più difficile. Per le ragazze autistiche in particolare, questo è problematico poiché l’effetto negativo dell’omofobia porta molte a rifiutare l’idea che possano essere lesbiche. La teoria della mente autistica può portare a ipotesi eteronormative secondo cui se sono attratte allo stesso sesso, allora devono essere loro stesse del sesso opposto. Se sono attratte dalle ragazze, allora devono essere loro stesse un ragazzo.

Nel clima attuale le ragazze potrebbero credere di essere ragazzi eterosessuali piuttosto che accettare di essere lesbiche.

Identità in formazione e adozione di un’identità trans

Durante l’adolescenza, cerchiamo di stabilire il nostro senso di sé separandoci dai nostri genitori e dai loro ideali. È durante questo periodo che ci rivolgiamo al nostro gruppo di pari per rassicurazioni e convalide, motivo per cui può sembrare così importante ottenere l’approvazione dei nostri amici piuttosto che dei nostri tutori. Per gli adolescenti autistici, il processo di maturazione identitaria può essere più difficile, in quanto faticano ad essere accettati dai gruppi di pari e spesso sono soggetti a bullismo e ostracismo. Ciò interrompe il percorso usuale che porta il giovane a trovare un gruppo al quale appartenere. A questo proposito, l’emergere di gruppi di amicizia basati sull’identità di genere e la grande offerta da parte degli spazi online di supporto e appartenenza immediata a qualsiasi giovane che dichiari un’identità trans sono fattori che rendono molto allettante il far parte della comunità LGBT+.

Identità precostituite come quelle non-binary, trans-maschio, trans-femmina o altre identità trans possono sembrare in grado di spiegare il senso opprimente di isolamento che tanti giovani autistici sperimentano, così come la naturale tendenza alla non conformità di genere. C’è il rischio che coltivino un senso di sé non autentico, ma costruito attorno al desiderio di continuare a far parte di una comunità che li accetta.

È necessario comprendere molto meglio l’effetto che l’isolamento, il bullismo e il sentirsi diversi hanno sullo sviluppo dell’autostima e del senso di sé nei bambini autistici, così come il trauma che può essere sperimentato come risultato dei cambiamenti puberali. Senza tener conto di questo come parte di uno sguardo più ampio alla formazione dell’identità, diventa facile per gli adolescenti adottare un’identità trans come modo per trovarsi un posto in un mondo che sembra ostile e non in grado di accettare. 

Problemi di comunicazione sociale 

I bambini e i ragazzi con tratti autistici spesso non colgono le informazioni che i loro coetanei acquisiscono tramite un processo di apprendimento implicito, perché trovano difficile interpretarle o contestualizzarle. Come risultato, entrano in difficoltà quando si tratta di comportamento di genere, che spesso viene appreso in questo modo. 

Le femmine neurotipiche sono più veloci nell’apprendere e mostrare i comportamenti e le apparenze socialmente stabiliti per le adolescenti: imparano che la femminilità è un’uniforme che ci si aspetta che adottino, anche se possono farlo in misura variabile o anche rifiutarla. 

L’autismo può ostacolare la comprensione sociale necessaria per compiere il salto dalla pre-pubescenza androgina a una presentazione di genere, e le ragazze possono confondere la loro difficoltà a leggere i segnali sociali con un’identificazione nel genere opposto.

Come abbiamo visto, un bambino autistico può rifiutare gli stereotipi di genere per una serie di ragioni, come i problemi sensoriali che limitano il tipo di abbigliamento che vuole indossare, una mancanza di interesse per la moda o le tendenze, il non dare un senso alle aspettative di genere o il concentrarsi su altri interessi. Questo può portarli ad essere marcati come “diversi” e farli sentire isolati.

Se il ragazzino riscontra che l’identità trans o non binaria gli consentirà di mantenere il suo individualismo nel rifiuto delle norme di genere, potrebbe sembrargli una soluzione alle difficoltà sociali.

I bambini autistici imparano come funziona il mondo studiando le informazioni che contiene. Se le informazioni suggeriscono che se odi il ciclo, o vuoi indossare un top contenitivo per giocare a calcio, allora vuol dire che sei un maschio, potrebbero considerarlo un fatto reale.

A proposito di stereotipi, negli ultimi vent’anni si è assistito a al graduale ritorno di aspettative basate sul sesso ancor più rigide di prima: l’offerta commerciale è strettamente binaria e inonda i consumatori di prodotti per bambine rosa o prodotti per bambini blu, demarcando in maniera rigida le aspettative sociali poste sui sessi fin dalla nascita e le ragazze non conformi al genere trovano sempre meno spazi nella vita reale e online che possano accoglierle.

Nel caso delle ragazze autistiche, alcune delle quali cresceranno lesbiche, l’omofobia nelle scuole unita alla promozione dell’identità di genere potrebbe portarle a convincersi di essere maschi

Incongruenza di genere e transizione spiegate ai bambini (con tratti autistici e non)

Come è possibile spiegare ai bambini che presentano disforia di genere le complessità di una sessualità adolescenziale e adulta per una persona che assume un’identità trans? Questo è un aspetto cruciale della transizione sociale e ancor di più medica che, nel caso dei minori, viene sorvolato o banalizzato.

Il bambino che intraprende un percorso medico si troverà a fronteggiare una realtà molto difficile: rimarrà in uno stato temporaneo di blocco della crescita mentre i coetanei attraversano la pubertà, crescono in altezza e maturità emotiva, convivrà con genitali sottosviluppati; in seguito, senza aver avuto nessuna esperienza e consapevolezza sul proprio corpo sessuato, dovrà imparare a gestire una relazione intima con un corpo modificato dagli ormoni e dalle chirurgie. Queste difficoltà però non vengono sufficientemente sollevate.

Una delle problematiche che caratterizzano il concetto di “bambino trans” (al contrario del bambino con disforia di genere che, con un adeguato supporto, tendenzialmente desiste) è che le conseguenze reali della transizione sono troppo complesse per essere spiegate in modo appropriato e comprese dai bambini stessi, e per questo devono essere enormemente semplificate.

La conseguenza è che a tutti i bambini – autistici o no – verranno date aspettative irrealistiche di transizione.

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