IO ESISTO!

Replica all’articolo uscito il 31 marzo 2023 su Il Manifesto

Il giornalismo di oggi non si fa più sul campo, indagando, contattando, ascoltando e confrontando? A quanto pare si fa supponendo, senza verificare le fonti.

Ci riferiamo all’articolo “I nuovi gruppi pro-life si mimetizzano” uscito sul vostro giornale e scritto da Shendi Veli, nel quale si cita più volte (seppur sbagliando la corretta dicitura) la nostra associazione GenerAzioneD come caso esemplare di “mimetismo”, ovvero una strategia di comunicazione messa in atto dai gruppi pro-life per diffondere storie estreme e fake news con l’intento di creare allarmismi. Secondo quanto sostenuto dalla giornalista e dal suo intervistato Massimo Prearo, la nostra associazione non sarebbe veramente composta da un gruppo di genitori di ragazzi con disforia di genere, bensì una copertura di Pro-Vita per portare avanti la battaglia anti-gender.
Ci stupisce che tale interpretazione sia stata addirittura pubblicata senza che né Veli, né Prearo, né la redazione de Il Manifesto (giornale orgogliosamente garantista) si siano fatti carico di contattarci per parlare con noi e conoscere la nostra realtà. Cosa che invece, ai tempi dell’uscita su La Stampa, il giornalista Gianluca Nicoletti aveva fatto, raccogliendo la testimonianza di diversi genitori dell’associazione in colloqui faccia a faccia e verificando di persona l’assenza di un pensiero ideologico anti-trans o anti-LGBT, e cogliendo invece gli interrogativi che muovono l’operato di noi genitori nell’intento di tutelare infanzia e adolescenza dei nostri ragazzi, non affrettando e non banalizzando decisioni che hanno un impatto sulla salute di corpo e mente.

Saremmo lieti di essere intervistati per raccontare la nostra realtà, che comprende genitori sparsi su tutto il territorio italiano, e accomunati solamente dalla preoccupazione che le difficoltà che viviamo insieme ai nostri figli adolescenti in crisi di identità vengano affrontate nel migliore dei modi, avendo in mente come si sentono ora e anche come potranno vivere domani.

Come si può evincere dal blog sul sito generazioned.org, il nostro DNA apolitico e aconfessionale ci porta a confrontarci con tutti gli interlocutori che mostrano interesse per le nostre storie e per le nostre domande. Per questo interagiamo regolarmente con realtà che non hanno nulla in comune tra loro, fatta eccezione l’aver preso atto -prima di altri- delle conseguenze avverse dell’approccio affermativo alla disforia di genere, ormai evidenti nei paesi che per primi l’hanno adottato e che ora stanno impostando percorsi più sicuri per il bene di queste (ormai numerosissime) vite.

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