Sempre pronti ad affermare, ma non a difendere le loro ragioni
Il processo di revisione tra pari per il report dell’HHS sulla medicina di genere pediatrica che ha messo in luce la cattura ideologica delle principali organizzazioni mediche.
Traduzione di un articolo del 20 novembre 2025 pubblicato su Reality’s Last Stand e firmato dal Dr. Colin Wright, dottore in biologia evolutiva, membro del Manhattan Institute e amministratore delegato/caporedattore di Reality’s Last Stand. I suoi articoli sono stati pubblicati su The Wall Street Journal, The Times, New York Post, Newsweek, City Journal, Quillette, Queer Majority e altre importanti testate giornalistiche e riviste scientifiche.
Credits dell’immagine @realityslaststand
Ieri, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) ha ripubblicato il suo importante rapporto sul trattamento della disforia di genere pediatrica dopo averlo sottoposto a revisione tra pari post-pubblicazione. Ne è uscito indenne. Per anni, le principali associazioni mediche americane hanno insistito sul fatto che le “cure di affermazione di genere” per i minori si appoggiano a solide basi scientifiche. Questo processo di revisione ha dato loro la possibilità di dimostrarlo. Invece, quanto accaduto la dice lunga su come stanno le cose nei gruppi di medici statunitensi più di qualsiasi altra evidenza recente.
L’HHS ha invitato tre organizzazioni che da anni sostengono che le “cure di affermazione del genere” per i minori sono sicure, efficaci, salvavita e basate su prove scientifiche: l’American Academy of Pediatrics (AAP), l’American Psychiatric Association (APA) e l’Endocrine Society. Era la loro occasione per illustrare al pubblico i dati solidi alla base di tali affermazioni.
Due delle tre organizzazioni non si sono nemmeno prese la briga di partecipare. Sia l’AAP che l’Endocrine Society si sono rifiutate di partecipare.
E non si è trattato di rifiutarsi di prender parte a una accesa discussione da talk show in TV o a un dibattito ostile in un podcast. Si trattava di un invito a partecipare come professionisti a un processo scientifico di massimo livello nella politica federale, su una questione che queste associazioni sostengono di conoscere meglio di chiunque altro e sulla quale si aspettano dall’opinione pubblica piena fiducia. Se fossero stati così certi di avere le evidenze dalla loro parte, era il momento perfetto per dimostrarlo. Invece si sono fatti da parte, abdicando vergognosamente alle loro responsabilità.
L’unico gruppo che ha partecipato, l’APA, ha presentato una revisione talmente superficiale e approssimativa da indurre a chiedersi se abbiano quanto meno letto il report. Nel rispondere a questa revisione, gli autori dell’HHS si trovano a dover illustrare a una delle più grandi organizzazioni mediche della nazione i principi più basici della medicina basata sull’evidenza, quasi fossero adulti che spiegano l’ABC a un bambino.
La revisione dell’APA si apriva con una lamentela sul fatto il rapporto dell’HHS non facesse i nomi dei suoi autori. Sostenevano che “la trasparenza sulla titolarità è essenziale per l’integrità dell’analisi scientifica e politica”. In realtà, è esattamente il contrario. La revisione anonima (cioè in doppio cieco) da parte dei pari è una pratica standard nella scienza proprio perché riduce il rischio di bias. I revisori dovrebbero valutare i metodi e le evidenze, non le opinioni politiche personali, le affiliazioni professionali o i feed Twitter degli autori. La saggezza dell’anonimato è stata evidente all’inizio di quest’anno, quando alcuni attivisti hanno identificato uno dei collaboratori, il filosofo del MIT Alex Byrne, attraverso i metadati dei documenti e hanno cercato di scatenare un’ondata di rabbia nei suoi confronti. Ed era solo uno dei nomi. Immaginate il circo che si sarebbe scatenato se l’HHS avesse pubblicato l’elenco completo prima della revisione tra pari. La segretezza dei nomi ha costretto l’APA a rispondere alla relazione stessa, cosa assai più difficile che gridare al bigottismo.
La critica seguente dell’APA era che la relazione dell’HHS non descriveva in modo chiaro le metodologie utilizzate. Chiunque avesse anche solo sfogliato la relazione avrebbe potuto constatare che la critica era priva di senso. Ognuno dei dettagli mancanti (secondo APA) era spiegato in modo esauriente in un’appendice di 174 pagine che forse l’APA non ha notato. Due metodologi indipendenti incaricati di valutare il report, entrambi appartenenti al Centro belga per la medicina basata sull’evidenza, avevano in precedenza elogiato il rapporto per il rigore metodologico e la trasparenza. Eppure l’APA si è resa ridicola dichiarando spudoratamente l’inconsistenza dei metodi.
L’APA ha poi presentato un elenco di 16 “studi aggiuntivi” che, secondo loro, erano stati ignorati o non adeguatamente considerati dall’HHS. Di questi però, 12 erano inclusi nel rapporto. Tre non riguardavano esiti pediatrici. L’ultimo era stato pubblicato troppo tardi per essere incluso e, anche se fosse stato pubblicato per tempo, non avrebbe soddisfatto i criteri di inclusione. Di nuovo, sono errori che si possono commettere solo non avendo letto bene ciò che si sta esaminando.
Le altre lamentele erano altrettanto assurde. L’APA sosteneva che il report non avesse considerato i “potenziali danni associati al mancato intervento”, come la depressione e la tendenza al suicidio. Ma la revisione includeva esplicitamente tutte le revisioni sistematiche che confrontavano i giovani che avevano effettuato la transizione medica con quelli che non l’avevano fatta, e tali revisioni non hanno trovato prove credibili che i trattamenti migliorassero tali esiti.
L’HHS è stata perfino accusata di aver travisato la celebre Cass Review del Regno Unito. Eppure le conclusioni di Cass non potrebbero essere più chiare: le prove dei benefici sono deboli, i medici non possono prevedere quali bambini continueranno a soffrire di disagio di genere e la medicina di genere per i giovani si è spinta ben oltre le evidenze. Cass è esattamente il motivo per cui il Regno Unito ha vietato i bloccanti della pubertà per i minori al di fuori dei contesti di ricerca e ha fortemente limitato gli ormoni del sesso opposto. Gli autori dell’HHS hanno esaminato meticolosamente le prove pertinenti, hanno spiegato perché l’interpretazione dell’APA era errata e hanno corretto i malintesi di base sui fatti.
La revisione dell’APA non era una critica in buona fede. Era una lista di argomentazioni, nessuna delle quali accurata, da parte di un’organizzazione che voleva apparire partecipe senza però fare il sul serio.
Seppur con una risposta imbarazzante, almeno quelli dell’APA si sono presentati. L’AAP e l’Endocrine Society invece no. Il loro rifiuto di partecipare al processo di revisione tra pari è più eloquente di una critica di scarsa qualità. Sono organizzazioni che per anni hanno fatto proclami sul fatto che le prove a favore delle “cure di affermazione del genere” pediatriche fossero chiare e convincenti. Hanno accusato gli scettici di “disinformazione”, hanno diffamato i medici contrari definendoli bigotti e hanno detto ai genitori che la transizione medica è necessaria per prevenire il suicidio. Se avessero davvero creduto nella chiarezza delle evidenze, avrebbero accolto con favore la possibilità di difenderle nel momento della verifica.
Immaginate di essere un pediatra che si è fidato delle linee guida dell’AAP, o un genitore che ha creduto al fatto che l’unico modo di salvare il proprio figlio in difficoltà fosse la transizione medica. Ora immaginate di scoprire che proprio le organizzazioni che vi hanno convinto che le evidenze sono solide come la roccia si rifiutano di difenderle nel momento in cui è il governo federale a chiederlo. Nessuna controargomentazione è stata fornita. Nessuna revisione alternativa. Non hanno nemmeno inviato una lettera di protesta. Hanno semplicemente ignorato la richiesta.
Perché si sono comportati così? Perché sanno che le prove non confermano quanto da loro affermato. Secondo la teoria dei giochi, nella loro situazione il silenzio era l’opzione più sicura. L’APA ha tentato una risposta mettendo in luce la sua totale incompetenza. L’AAP e l’ES hanno schivato lo stesso destino rifiutandosi di partecipare. Ora possono fingere che il loro silenzio sia una scelta di principio, e non il tentativo di nascondere la debolezza delle loro prove.
Nel frattempo, l’HHS non si è limitato a rispondere solo alle critiche sollecitate per la review, ma ha risposto anche alle critiche, non sollecitate, di Dowshen et al. e Rider et al. pubblicate su riviste accademiche. Non erano tenuti a farlo. Lo hanno fatto perché si sentivano in dovere di esaminare anche le critiche più dure sulle loro conclusioni. Gli autori del report dell’HHS hanno agito da scienziati che hanno a cuore la verità; i loro critici si sono comportati da attivisti che cercano di ignorarla o distorcerla.
La ripubblicazione del report dimostra che quando le prove vengono esaminate in modo trasparente e rigoroso, le argomentazioni scientifiche a favore della transizione medica pediatrica crollano. Inoltre, mette in luce la bancarotta intellettuale delle organizzazioni mediche che hanno promosso in modo aggressivo questi interventi. Davanti alla possibilità di difendere le loro affermazioni, offrono argomenti superficiali oppure rimangono in silenzio, e questo ci dà la misura di quanto sia l’ideologia, e non la scienza, a guidare la politica medica su questo tema.
Le persone meritano più di così. Le famiglie meritano più di così. I bambini il cui intero futuro dipende da queste valutazioni meritano istituzioni che analizzino le evidenze in modo trasparente, senza giocare a nascondino.