Rassegna degli studi e approfondimenti sulla disforia di genere (aprile/maggio 2025)
Di seguito si riepilogano gli ultimi studi e approfondimenti di rilievo pubblicati sul tema della disforia di genere e dei relativi trattamenti.
21 febbraio 2025 in Psychoneuroendocrinology
Cambiamenti nella variabilità affettiva dopo l’inizio della terapia ormonale di affermazione di genere[1]
Autori: Margot W.L. Morssinkhof, Marijn Schipper, Baudewijntje P.C. Kreukels, Karin van der Tuuk, Martin den Heijer, Odile A. van den Heuvel, David Matthew Doyle, Birit F.P. Broekman.
Link: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0306453025001313
Argomento: effetti delle terapie ormonali
Estratto: “In sintesi, i nostri risultati suggeriscono che i modelli di variabilità dell’affetto negativo[2] nelle persone transgender cambiano dopo l’inizio del GAHT, con i partecipanti che iniziano a mascolinizzare il GAHT che passano a un profilo più simile a quello degli uomini cisgender e i partecipanti che iniziano a femminilizzare il GAHT che passano a un profilo più simile a quello delle donne cisgender. Tuttavia, i risultati devono essere interpretati con cautela, poiché i cambiamenti dimostrati nella variabilità dell’affetto sono modesti e nel nostro studio mancano informazioni contestuali sugli eventi quotidiani. Poiché la variabilità dell’affetto è una caratteristica chiave delle esperienze emotive di una persona, studi futuri dovrebbero fornire maggiori informazioni sui cambiamenti della variabilità dell’affetto dopo il GAHT e sui possibili meccanismi sottostanti, con la misurazione della variabilità dell’affetto sia negativa che positiva nei contesti sociali e quotidiani durante il GAHT”[3].
26 febbraio 2025 in Clin Child Psychol Psychiatry
Autori: Georgia Crockford, Oliver Hawthorne, Tamara Leeuwerik.
Link: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40012094/
Argomento: valutazione psicologica e disforia di genere
Estratto: “Questo studio ha scoperto che tutti i partecipanti erano consapevoli di narrazioni sociali più ampie sul legame tra trauma e identità trans. Il loro rapporto con questa idea era un quadro importante per la loro esperienza dei servizi. Mentre alcuni erano desiderosi di supporto nell’esplorazione di questa idea per sé stessi, altri avevano paura delle conseguenze del parlare di trauma con i professionisti… La Cass Review (2024) raccomanda un programma di ricerca di vasta portata per informare la valutazione e gli approcci terapeutici con questa popolazione. Per estendere il pensiero informato sul trauma alla ricerca, dovrebbe essere adottato un approccio di collaborazione con i giovani transgender nella conduzione della ricerca”[5].
12 marzo 2025 nel sito di Australian Doctor Federation
Aggiornamento medico-legale per i medici sull’assistenza affermativa di genere per bambini e giovani[6]
Autori: Australian Doctor Federation.
Argomento: raccomandazione medici australiani
Estratto: “La revisione quadriennale del NHS Cass del Regno Unito non ha trovato prove chiare a sostegno degli interventi di affermazione di genere, come ad esempio i bloccanti della pubertà e gli ormoni eterosessuali. Questi interventi hanno dimostrato di avere effetti negativi sulla salute, tra cui sterilità, disfunzione sessuale, osteoporosi, disturbi dell’umore, deterioramento cognitivo, malattie cardiovascolari, meningioma e coaguli di sangue. Gli effetti di un uso prolungato di bloccanti della pubertà e ormoni eterosessuali, nonché di qualsiasi intervento chirurgico, non sono completamente reversibili. Un numero sempre maggiore di Paesi, in particolare il Regno Unito, i paesi nordici e gli Stati Uniti, nonché il Queensland, stanno ora limitando l’uso di bloccanti della pubertà, ormoni eterosessuali e interventi chirurgici per i minorenni… Sia la revisione Cass che la National Association of Practising Psychiatrists (Australia) raccomandano il supporto psicosociale personalizzato come trattamento di prima linea per i giovani con disforia di genere… Sono sempre più numerosi i casi legali che sorgono a causa dei danni che i pazienti subiscono a causa di questi interventi. Una compagnia di indennizzo australiana ha già ritirato la copertura ai medici privati che avviano trattamenti ormonali su bambini e adolescenti affetti da disforia di genere.
Siamo preoccupati per i danni arrecati ai bambini e per i rischi medico-legali per i dottori.
Per proteggerti, ti consigliamo, per i bambini e gli adolescenti fino a 18 anni di età:
- non prescrivere bloccanti della pubertà e ormoni cross-sessuali;
- non indirizzare alla chirurgia di genere;
- non fare riferimento alle cliniche di genere in quanto offrono trattamenti non basati su prove e causano danni fisici;
- non indirizzare i pazienti verso trattamenti psicologici privati di affermazione di genere che consoliderebbero la probabile identità transitoria del bambino.
Le terapie psicologiche standard non costituiscono conversione e sono consentite dalla legislazione statale. Bambini e adolescenti con confusione di genere possono trarre beneficio dall’invio a un terapeuta che fornirà un’assistenza olistica con terapie psicologiche, nel rispetto del principio di precauzione “prima di tutto non nuocere”. Bisogna inoltre prendere in considerazione la protezione degli adulti vulnerabili fino all’età di 25 anni“[7].
17 marzo 2025 in Rapporti pediatrici
Influenza del momento della presentazione della disforia di genere e dei comportamenti suicidari sui sintomi di internalizzazione, sulla disregolazione delle emozioni e sull’investimento corporeo negli adolescenti che cercano l’affermazione di genere[8]
Autori: Maria Giuseppina Petruzzelli; Federica Annecchini; Flora Furente; Fabio Tarantino; Valeria Carruolo; Elisabetta Lavorato; Maria Pia Riccio; Andrea De Giacomo; Emilia Matera
Link: https://www.mdpi.com/2036-7503/17/2/37
Argomento: salute mentale delle persone con disforia di genere
Estratto: “Data l’elevata prevalenza di suicidalità, depressione e ansia tra gli individui transgender, comprendere come la presentazione precoce e tardiva della GD influenzi la salute mentale è clinicamente significativo. Questo studio evidenzia le sfide psicologiche affrontate dagli adolescenti con disforia di genere (GD), sottolineando in particolare l’impatto del momento di insorgenza della GD. Gli adolescenti con GD a esordio tardivo (LP-GD) hanno mostrato maggiori difficoltà nella regolazione delle emozioni (ED), in particolare nel dominio delle strategie. Questa scoperta sottolinea la necessità di interventi psicologici precoci per affrontare la regolazione delle emozioni, in particolare per gli adolescenti con LP-GD che potrebbero aver avuto meno tempo per sviluppare strategie di coping adattive. Questa distinzione potrebbe anche fornire spunti su come la disforia di genere si evolve nel tempo e su come supportare al meglio gli individui nelle diverse fasi dello sviluppo della loro identità di genere. Inoltre, l’elevata prevalenza di autolesionismo (SH) nell’anno precedente la richiesta di cure di affermazione di genere sottolinea l’urgenza di affrontare i problemi di salute mentale in questa popolazione. In conclusione, questi risultati suggeriscono che i programmi di intervento precoce dovrebbero concentrarsi sull’affrontare le difficoltà di regolazione delle emozioni, le strategie di coping disadattive e i problemi di salute mentale come ansia, depressione e autolesionismo. La ricerca futura dovrebbe continuare a indagare questi fattori ed esplorare il ruolo del sostegno familiare, dell’accettazione sociale e delle influenze socio-culturali nel plasmare le esperienze psicologiche degli adolescenti con GD”[9].
18 marzo 2025 in Sexual & Reproductive Healthcare
Ripensare il “linguaggio inclusivo”: conseguenze per l’assistenza sanitaria e l’equità di un movimento linguistico in crescita per affrontare l’identità di genere con un percorso da seguire[10]
Autori: Melissa Bartick, Hannah Dahlen, Jenny Gamble, Shawn Walker, Roger Mathisen, Karleen Gribble.
Link: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1877575625000266
Argomento: linguaggio inclusivo
Estratto: “Il linguaggio della riproduzione femminile sta cambiando sempre più, quindi i termini che fanno direttamente riferimento al sesso delle persone vengono sostituiti con termini che oscurano il sesso, una forma di linguaggio comunemente chiamata “linguaggio inclusivo”, ma più precisamente “linguaggio desessuato”. Il linguaggio desessuato è promosso come un aiuto per le persone che sperimentano un senso interiore di sé (un’identità di genere) in conflitto con il proprio sesso, uno stato descritto come transgender o di genere diverso. Sembra che non si assuma alcun danno per la popolazione generale. Tuttavia, le scarse ricerche esistenti suggeriscono che potrebbe non essere ben accettato o compreso. Esistono vari tipi di linguaggio desessuato, tra cui il linguaggio globalizzante (ad esempio, sostituire “donne” con “persone”), il linguaggio basato sulla biologia (ad esempio, “individui che allattano”, “persone che hanno il ciclo”), i neologismi (“allattamento al seno”), l’appropriazione di termini con altri significati (“sesso assegnato alla nascita”) e il linguaggio additivo (ad esempio, “donne e persone che partoriscono”). Il linguaggio in seconda e terza persona (ad esempio, “se sei sessualmente attiva”, ‘coloro che sono incinte’) può essere un tipo di linguaggio desessualizzato a seconda del contesto. Il linguaggio desessualizzato può avere un impatto negativo sulle persone con scarsa alfabetizzazione sanitaria e scarse competenze linguistiche, rischia di alienarle e causare confusione, soprattutto nei paesi e nelle culture non occidentali. Può anche causare danni alle persone transgender e di genere diverso che hanno bisogno di comunicazioni sanitarie chiare e di cure sanitarie specializzate. L’uso diffuso di un linguaggio asessuato è contrario alla pratica abituale di implementare comunicazioni mirate e personalizzate per coloro che hanno esigenze specifiche, utilizzando al contempo il linguaggio più efficace per la maggior parte delle persone per le comunicazioni generali. È urgentemente necessaria una ricerca approfondita sull’impatto del linguaggio asessuato”[11].
24 marzo 2025 in Archives of Sexual Behavior
Età di esordio e problemi di internalizzazione negli adolescenti con disforia di genere: esiste un’associazione?[12]
Autori: Saskia Fahrenkrug, Inga Becker-Hebly, Lena Herrmann, Claus Barkmann, Sarah Hohmann & Carola Bindt.
Link: https://link.springer.com/article/10.1007/s10508-025-03118-1
Argomento: età di insorgenza della disforia e problemi di internalizzazione
Estratto: “Qui, esaminiamo l’età di insorgenza della GD, ovvero la percentuale di esordio precoce (EO) rispetto a esordio tardivo (LO), e la sua associazione con problemi di internalizzazione negli adolescenti con GD… è possibile che la diminuzione delle aspettative di ruolo stereotipate e delle possibilità evolute di espressione possano anche essere interpretate in modo ambiguo: mentre questo è associato in alcuni al sollievo dalle aspettative inflessibili di ruolo di genere e a una maggiore libertà individuale, può portare altri a una perdita di orientamento e alla ricerca di nuove identificazioni per contrastare l’insicurezza… Inoltre, gli adolescenti transgender trascorrono una notevole quantità di tempo online e sui social media (Herrmann et al., 2023), dove la nozione di un modo giusto di essere transgender può essere rafforzata, spesso attraverso un focus su individui con presentazione binaria e transizioni mediche (Etengoff, 2019). Di conseguenza, potrebbe essere difficile per gli adolescenti modellare le proprie identità di genere ed esperienze in modo completamente indipendente e individuale, separato dalle espressioni e dalle aspettative di genere spesso binarie che incontrano online… L’identità è un processo essenzialmente determinato dalle interazioni (Mertens, 1996), sia tra l’individuo e gli altri rilevanti sia all’interno del sé nel processo di riflessione e verifica di diverse concezioni di sé. Un’esperienza consolidata e stabile dell’identità, anche per quanto riguarda una chiarezza matura sulla propria identità di genere, è di conseguenza chiaramente più difficile per gli individui con elevato stress sintomatico e relazioni conflittuali con i pari. Da ciò si può supporre che gli adolescenti LO rappresentino un gruppo particolarmente vulnerabile che trarrebbe beneficio da un piano di trattamento personalizzato, oltre a un supporto psicoterapeutico a lungo termine che si spera li aiuti a consolidare la propria identità, indipendentemente dal genere, e a creare nuovamente spazio per lo sviluppo… La nostra proposta è quindi una fase diagnostica completa e orientata al processo che include lo sviluppo psicosessuale, narrazioni sullo sviluppo dell’identità e un’anamnesi dettagliata per altri problemi e conflitti adolescenziali rilevanti. Questo processo diagnostico costituirebbe la base di una valutazione del corso evolutivo, nel contesto del quale possono essere discusse considerazioni sugli interventi di affermazione di genere. L’attenzione sarebbe rivolta all’interazione tra GD e conflitti evolutivi rilevanti, consentendo una comprensione più profonda del percorso dell’individuo e lo sviluppo di una narrazione individuale… il gruppo di adolescenti LO è caratterizzato da livelli particolarmente elevati di problemi di internalizzazione (67% con punteggio nell’intervallo clinico contro il 57% del campione totale). Abbruzzese et al. (2023) mettono in dubbio l’applicabilità dei risultati olandesi ai gruppi di trattamento odierni più eterogenei e non preselezionati, che includono giovani con una traiettoria di sviluppo LO e gravi problemi psicologici. La crescente diversità delle traiettorie di sviluppo negli adolescenti, con diversa intensità di disagio disforico di genere e problemi psicologici interattivi con GD, dimostra la necessità di un contesto di trattamento individualizzato”[13].
marzo 2025 nel sito dell’Università di Exeter
Illusioni e realtà. Uno studio qualitativo sulle motivazioni e i desideri di transizione dei transgender e una discussione psicoanalitica dei risultati[14]
Autori: Agnieszka Zalewska
Link: https://ore.exeter.ac.uk/repository/handle/10871/140636
Argomento: realtà conscia e inconscia dei transgender
Estratto: “…come ricercatore psicoanalitico, non intendo patologizzare l’esperienza transgender. C’è una sfida nel conciliare le prospettive psicoanalitiche con le opinioni che sostengono attivamente la transizione transgender… Il mio lavoro dimostra che il dibattito trans, recentemente molto attivo e conflittuale, è estremamente complesso e necessita di ulteriori ricerche. Si raccomanda un’ulteriore indagine sulle motivazioni e sui desideri transgender con la loro realtà conscia e inconscia. La ricerca futura potrebbe esaminare meglio la relazione tra i desideri consci e la comprensione psicoanalitica dei motivi inconsci. Ulteriori studi che incorporano metodi clinicamente informati potrebbero consentire ai motivi inconsci di emergere organicamente attraverso interviste aperte o nel contesto di una relazione terapeutica in studi di casi clinici. Il contributo psicoanalitico, un’ulteriore esplorazione delle componenti inconsce delle motivazioni di genere, consentirebbe una migliore comprensione della disforia di genere e della posizione di una mente umana conscia/inconscia all’interno dell’ecosistema. Il legame tra il corpo umano e la tecnologia, utilizzando la materia non umana come estensione del corpo umano, un appagamento per il vuoto interiore, ha un ruolo significativo nella discussione transgender… Le voci dei detransitioner non vengono ascoltate e scompaiono dal dibattito pubblico sull’assistenza ai transgender. Il loro contributo potrebbe cambiare in modo significativo la traiettoria del sistema di assistenza legato al genere, fornendo il contrario della narrativa normativa e politicamente corretta“[15].
marzo 2025 nel sito del Royal College of General Practitioners (RCGP)
Il ruolo dei medici di base nell’assistenza alle persone transgender[16]
Autori: Royal College of General Practitioners (RCGP)
Link: https://www.rcgp.org.uk/representing-you/policy-areas/transgender-care
Argomento: Dichiarazione di posizione del RCGP
Estratto: “Per sostenere la fornitura di cure di alta qualità, integrate, incentrate sulla persona e basate su prove di efficacia per le persone transgender, coloro che sperimentano incongruenze di genere e coloro che mettono in discussione la propria identità di genere, l’RCGP chiede i seguenti cambiamenti a livello nazionale:
– Rivedere le specifiche del servizio, il modello di fornitura e identificare le questioni relative alla fornitura del servizio e alle migliori pratiche per i servizi specialistici per adulti sull’identità di genere…
– Garantire che i servizi di identità di genere per adulti, bambini e giovani adottino un approccio olistico, tenendo conto della neurodiversità, delle esperienze infantili avverse e dei problemi di salute mentale.
– Garantire che i pazienti che si presentano al proprio medico di base con incongruenza di genere abbiano accesso a una terapia psicologica appropriata e tempestiva all’interno della comunità, in attesa di essere visitati da un servizio specialistico di identità di genere o come terapia autonoma per coloro che non desiderano essere indirizzati a un servizio specialistico di identità di genere…
– Garantire che le modalità di assistenza collaborativa o condivisa siano adeguatamente finanziate sia a livello di assistenza primaria che secondaria/terziaria per sostenere l’assistenza e il trattamento continui dei pazienti.
– Attuare pienamente le disposizioni della Cass Review commissionata dal NHS England in Inghilterra e adottare i principi per l’assistenza ai bambini e ai giovani che identifica in tutte le nazioni del Regno Unito, compresa la modifica della struttura dei servizi per bambini e giovani e la necessità di ulteriori ricerche, con la piena collaborazione dei servizi specialistici di identità di genere.
– Sviluppare linee guida basate su prove per aiutare gli operatori sanitari a sostenere le persone transgender, coloro che sperimentano incongruenze di genere e coloro che mettono in discussione la propria identità di genere, affrontando in modo specifico le esigenze dei singoli e delle loro famiglie se i loro obiettivi di transizione cambiano.
– Rivedere i sistemi informatici tenendo conto delle questioni di sicurezza. I sistemi del Servizio Sanitario Nazionale devono garantire che i pazienti possano essere richiamati in modo sicuro per lo screening appropriato in base agli organi che hanno e che la sicurezza del paziente non sia messa a repentaglio perché i medici non sono a conoscenza del sesso assegnato al paziente alla nascita…”[17].
1 aprile 2025 in Genspect
Perché guardiamo e aspettiamo[18]
Autori: Genspect Nuova Zelanda
Link: Source: https://genspect.org/why-we-watch-and-wait/
Leggi l’articolo in italiano “Le ragioni della vigile attesa”
Argomento: l’approccio consistente nella vigile attesa
Estratto: “I trattamenti di genere, come i bloccanti della pubertà o gli ormoni, comportano gravi effetti collaterali: infertilità, problemi cardiaci e persino tumori cerebrali in rari casi. Storie come quella di Keira Bell, che ha citato in giudizio una clinica per averla spinta a un trattamento di cui in seguito si è pentita, mostrano perché è importante rallentare. Il suo caso ha dato il via alla Cass Review del 2024, che chiede un cambiamento. L’approccio di oggi, che si basa su affermazioni rapide, tralascia i passaggi accurati su cui si basa l’assistenza sanitaria mentale. L’attesa vigile mette al primo posto la valutazione, mantenendo gli adolescenti al sicuro mentre cercano di capire. Con prove crescenti e revisioni come quella della Cass che consigliano un passo indietro, è un modo pratico e ponderato per aiutare”[19].
1 aprile 2025 in Journal of the American College of Cardiology (JACC)
Risultati cardiovascolari nelle donne e negli uomini transgender sottoposti a terapia ormonale per l’affermazione di genere: una revisione sistematica e una meta-analisi[20]
Autori: Francy Alves Kelly,Andrea Pinheiro,Isabella Aguiar,Danilo Ribeiro,Allan De Souza,Giovanni Lapenda,Jennifer Obeid,Anna Clara Padovani,Marilia Pereira Costa, EIside Dichtl.
Link: https://www.jacc.org/doi/abs/10.1016/S0735-1097%2825%2900842-3
Argomento: salute delle persone transgender
Estratto: “La nostra meta-analisi suggerisce che le donne e gli uomini transgender presentano un rischio cardiovascolare più elevato rispetto ai cisgender”[21].
4 aprile 2025 in European Journal of Developmental Psychology
Come migliorare la metodologia di ricerca nell’assistenza di genere: una scelta non binaria[22]
Autori: Gerard J.P. Van Breukelen
Link: https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/17405629.2025.2485221#abstract
Argomento: modelli di studio clinico sui bloccanti della pubertà
Estratto: “Esistono ulteriori limitazioni agli attuali modelli pre-post nell’assistenza di genere, oltre all’assenza di un gruppo di controllo, in particolare l’assenza di un lungo follow-up per valutare gli effetti a lungo termine dei bloccanti della pubertà. Questo è importante perché quasi tutti gli utilizzatori di bloccanti della pubertà sembrano intraprendere i successivi passaggi di ormoni eterosessuali e intervento chirurgico (DeVries et al., 2021 ), e questi due passaggi hanno effetti a lungo termine. In follow-up così lunghi è necessario valutare molteplici esiti, tra cui il rimpianto per (non) aver effettuato la transizione e il benessere generale. Studi con un lungo follow-up sono difficili da condurre, non solo per motivi economici, ma soprattutto a causa del notevole abbandono previsto dei partecipanti allo studio a causa della riluttanza a continuare la partecipazione, dell’indirizzo sconosciuto a causa del trasferimento o del decesso per cause diverse dal trattamento studiato. Tuttavia, poiché gli studi epidemiologici di coorte sul cancro (si veda, ad esempio, Hermans et al., 2022 ; van den Brandt e altri, 1990) e malattie cardiovascolari (Tsao & Vasan, 2015) dimostrano che sono possibili studi di follow-up di lunga durata e che l’assistenza di genere può trarre insegnamento da tale ambito. Quindi, cosa si può proporre per la ricerca futura sull’assistenza di genere? Data l’apparente disparità tra le cliniche di genere che somministrano bloccanti della pubertà (in particolare nei Paesi Bassi) e quelle che si astengono da tale somministrazione o la limitano a casi eccezionali (ad esempio, nel Regno Unito, in Finlandia e in Svezia, si veda ad esempio https://segm.org/Swedish-2022-trans-guidelines-youth-experimental ), una proposta logica sembrerebbe essere un quasi-esperimento multicentrico internazionale che confronti gli effetti dei bloccanti della pubertà con i trattamenti non medici, in termini di effetti a breve e lungo termine su quelle variabili di esito ritenute importanti da pazienti e medici, integrato da analisi di costo-efficacia”[23].
4 aprile 2025 in Zeitschrift für Kinder- und Jugendpsychiatrie und Psychotherapie
Analisi della situazione dell’assistenza per bambini e adolescenti con disforia di genere dal punto di vista degli esperti clinici[24]
Autori: Ulla Stelling, Lea Sundsgaard, Agnes von Strachwitz, Georg Romer, and Angela Rölver.
Argomento: assistenza a giovani con GD
Estratto: “Questa indagine di esperti che analizza la situazione dell’assistenza ai bambini e agli adolescenti affetti da GD mostra che la crescente necessità di assistenza è soddisfatta da un’offerta inadeguata. Inoltre, le descrizioni di esperienze negative nel sistema sanitario suggeriscono una qualità inadeguata delle cure per i bambini e gli adolescenti con GD. La formazione dei professionisti in ambito sociale/educativo e medico/psicologico/terapeutico potrebbe contrastare la stigmatizzazione e la discriminazione. Per creare una base più ampia di operatori, c’è un grande bisogno di formazione specializzata e di aggiornamento per i professionisti del settore. Gli esperti auspicano inoltre che le lacune della ricerca possano essere colmate a medio termine, ad esempio attraverso studi di coorte a lungo termine“[25].
5 aprile 2025 in Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology
Il gradiente di età della salute mentale in base all’identità di genere[26]
Autori: Samuel Mann, Megan S. Schuler, Annaliese Paulson & Michael S. Dunbar.
Link: https://link.springer.com/article/10.1007/s00127-025-02895-3
Argomento: salute mentale delle minoranze di genere
Estratto: “…questo studio documenta che i GM (minoranze di genere, “inclusi transgender, gender diversi, gender non-conforming e gender non-binary”, ndr) sperimentano significative disparità nella salute mentale e dimostra inoltre che l’entità della disparità nella salute mentale dei GM varia sostanzialmente lungo il gradiente di età. In particolare, i giovani adulti GM di età compresa tra 18 e 23 anni e tra 23 e 27 anni hanno avuto più di 14 giorni di cattiva salute mentale nel mese precedente, il che soddisfa i criteri per la definizione di disagio mentale frequente (14+ giorni/mese) dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Il disagio mentale frequente può portare a significative compromissioni della salute fisica, del funzionamento sociale e di altri aspetti della vita. È preoccupante che l’entità della disparità nella salute mentale tra gli adulti GM fosse più del doppio di quella dei coetanei cisgender per le età 18-23, 23-27 e 28-32, indicando che profonde disparità persistono durante la giovane età adulta fino ai 30 anni per gli individui GM. Questi risultati sottolineano l’urgente necessità di interventi mirati per affrontare i problemi di salute mentale degli individui GM nel corso della prima età adulta”[27].
7 aprile 2025 nel sito di Genspect
Esclusiva Genspect: La clausola nascosta nell’ordine esecutivo di Trump: la caduta di WPATH (di nuovo)?[28]
Autori: Stella O’Malley e Amanda Miller.
Link: https://genspect.org/genspect-exclusive-the-hidden-clause-in-trumps-executive-order-the-downfall-of-wpath-again/
Leggi l’articolo in italiano qui
Argomento: linee guida americane
Estratto: “Abbiamo conferme, tramite fonti attendibili, che una revisione sistematica simile a quella di Cass sarà pubblicata entro il 28 aprile 2025. Questa revisione ha il potenziale di ridefinire il panorama dell’assistenza sanitaria pediatrica di genere negli Stati Uniti. La revisione dovrebbe porre fine a WPATH. Sebbene le restrizioni ai finanziamenti possano variare con ogni amministrazione, questa revisione sistematica rappresenta qualcosa di molto più duraturo: una rigorosa valutazione scientifica condotta dal governo. Svelerà il nocciolo duro delle raccomandazioni del WPATH, già criticate da molti analisti dell’approccio di gender-affirming care, ma questa volta la critica avrà l’autorevolezza dell’HHS (U.S. Department of Health and Human Services, ndr). Chiunque abbia seguito il fenomeno trans accoglierà questo con un senso di sollievo, riconoscendolo come un passo atteso da tempo verso una maggiore chiarezza, accuratezza e un dibattito più equilibrato. L’ordine esecutivo non usa mezzi termini, definendo le linee guida del WPATH come “prive di integrità scientifica” e ordinando alle agenzie federali di “revocare o modificare tutte le politiche che si basano sulle linee guida del WPATH“. Questa direttiva segna una svolta. Il WPATH si è a lungo rifiutato di affrontare le crescenti restrizioni europee sulla transizione pediatrica, dimostrando un deliberato disprezzo per le prove scientifiche alla base di tali cambiamenti. Ma con una revisione federale che sta emergendo dall’interno dello stesso sistema sanitario statunitense, tale strategia sarà molto più difficile da sostenere. Abbiamo visto questa storia svolgersi in tutta Europa. Finlandia, Svezia, Danimarca, Norvegia, Regno Unito, Italia e Francia hanno tutti limitato gli interventi medici per i giovani con disforia di genere sulla base di revisioni delle stesse prove che WPATH utilizza nelle sue linee guida. Queste valutazioni sono giunte alla stessa conclusione: la transizione medica nei minori è un approccio fallimentare, supportato da prove di scarsa qualità, rischi sostanziali e benefici solo teorici e auto-riferiti“[29].
15 aprile 2025 nel sito di Genspect
La ricerca di genere di cui abbiamo veramente bisogno[30]
Autori: Mia Hughes.
Link: https://genspect.org/the-gender-research-we-really-need/
Argomento: ricerca di genere
Estratto: “Per oltre un decennio, gli adolescenti con identità transgender autodichiarate sono stati soggetti inconsapevoli di un esperimento medico globale e non regolamentato, sottoposti a trattamenti che possono danneggiare permanentemente la loro fertilità, la loro funzione sessuale e la loro salute generale. Questi interventi sono stati somministrati senza una diagnosi chiara, gli studi fondamentali a supporto dell’intero esperimento sono stati screditati e ricercatori-attivisti hanno cercato di insabbiare i risultati negativi delle ricerche successive. Sono già in corso numerose cause legali per negligenza, intentate da giovani che hanno subito danni irreparabili per mano di operatori sanitari che si occupano di affermazioni di genere. Questo è, senza dubbio, uno dei più grandi scandali della medicina moderna“[31].
16 aprile 2025 in DIÁRIO OFICIAL DA UNIÃO (Gazzetta Ufficiale Brasiliana)
Risoluzione CFM del 8 Aprile 2025: Revisione dei criteri etici e tecnici per l’assistenza alle persone con incongruenza e/o disforia di genere e adozione di altre misure [32]
Autori: CFM (Consiglio Federale di Medicina brasiliano)
Link: https://www.in.gov.br/web/dou/-/resolucao-cfm-n-2.427-de-8-de-abril-de-2025-624323599
Argomento: Nuove linee guida brasiliane
Estratto: “Art. 5. È vietato al medico prescrivere bloccanti ormonali per il trattamento dell’incongruenza di genere o della disforia di genere nei bambini e negli adolescenti… Tale divieto non si applica alle situazioni cliniche riconosciute dalla letteratura medica, come la pubertà precoce o altre malattie endocrine, in cui l’uso di bloccanti ormonali è scientificamente indicato.
Art. 6 Terapia ormonale incrociata:
- Definita come la somministrazione di ormoni sessuali per indurre caratteristiche secondarie coerenti con l’identità di genere del paziente.
- Questa terapia è vietata prima dei 18 (diciotto) anni di età.
-
Il paziente che opta per la terapia ormonale incrociata deve:
- I – iniziare una valutazione medica, con particolare attenzione al follow-up psichiatrico ed endocrinologico per almeno 1 (un) anno prima dell’inizio della terapia ormonale, secondo il PTS; II – ottenere una valutazione cardiovascolare e metabolica con parere medico favorevole prima dell’inizio del trattamento;
- III – non presentare malattie psichiatriche gravi, oltre alla disforia, o qualsiasi altra malattia che controindichi la terapia ormonale incrociata.
Art. 7 …Sono vietate le procedure chirurgiche di affermazione di genere nelle seguenti situazioni:
I – in persone con diagnosi di disturbi mentali che controindicano tali interventi;
II – prima dei 18 (diciotto) anni di età;
III – prima dei 21 (ventuno) anni di età quando gli interventi chirurgici comportano un potenziale effetto sterilizzante, in conformità con la Legge n. 14.443, del 2 settembre 2022″[33].
23 aprile 2025 nel sito di Stella O’Malley
Sesso, sanità mentale e la ricerca della chiarezza[34]
Autori: Stella O’Malley.
Link: https://stellaomalley.substack.com/p/sex-sanity-and-the-search-for-clarity
Argomento: studio sulla popolazione transgender
Estratto: “Le parole sono importanti, soprattutto quando plasmano il nostro modo di vivere, legiferare e comprendere noi stessi. Ecco perché ho accolto con favore la recente iniziativa legale del Regno Unito volta a riaffermare una verità fondamentale: il sesso biologico è reale, immutabile ed essenziale per il diritto. Come psicoterapeuta, ho lavorato con innumerevoli persone che lottano con l’identità di genere, comprese molte che ora si pentono di aver intrapreso la transizione tramite terapia farmacologica. Queste persone fanno parte di una coorte crescente di persone che de-transizionano e che si sentono abbandonate dagli stessi sistemi che un tempo le incoraggiavano… Questa confusione ha conseguenze concrete. Conduco gruppi di supporto settimanali per persone che stanno affrontando la detransizione, ovvero persone che affrontano gli effetti duraturi di decisioni spesso prese durante l’adolescenza. Cambiamenti irreversibili della voce, problemi di salute cronici, sterilità, problemi sessuali, traumi psicologici: l’elenco è straziante. Molti professionisti fidati, credendo di offrire supporto, hanno invece accompagnato giovani vulnerabili lungo un percorso pieno di pesi che dureranno tutta la vita. Peggio ancora è la facilità con cui l’attivismo si è insinuato nella medicina. Lo spazio in cui cautela ed evidenze scientifiche dovrebbero guidare l’assistenza è diventato eccessivamente politicizzato. Ora vediamo i medici pressati ad affermare piuttosto che a valutare, ad accelerare piuttosto che a esplorare. Il mio appello non è alla crudeltà o all’ignoranza, ma alla chiarezza e alla cura. Dobbiamo avere il coraggio di tornare a una pratica basata sull’evidenza, di proteggere i bambini dalla medicalizzazione prematura e di affermare che la biologia è importante e che i sentimenti, sebbene profondamente umani, non dovrebbero imporre interventi irreversibili. Ripristiniamo l’equilibrio. Ascoltiamo coloro a cui è stata promessa la liberazione e ora vivono nel dolore. Elaboriamo politiche fondate sulla scienza, non sugli slogan”[35].
25 aprile 2025 in BMJ (British Medical Journal)
Sesso e genere non dovrebbero essere confusi nei dati medici[36]
Autori: Margaret McCartney, Susan Bewley.
Link: https://www.bmj.com/content/389/bmj.r797
Argomento: confusione fra sesso e genere
Estratto: “In alcuni casi, ai medici di base è stato chiesto di modificare le cartelle cliniche per rimuovere informazioni relative al sesso del paziente. Tale interferenza con le cartelle cliniche presuppone che il sesso sia irrilevante nella storia clinica, quando non lo è… Confondere sesso e genere ha implicazioni anche per l’elaborazione delle politiche. I programmi volti ad affrontare le disuguaglianze sanitarie nelle persone LGBTQ+ hanno portato i sostenitori a consigliare in modo inappropriato i medici sulla prescrizione di ormoni. Una linea guida del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists che presuppone che le donne trans diventino pazienti ginecologiche è rimasta bloccata dalla consultazione nel 2022. La letteratura medica e il materiale informativo per i pazienti che omettono informazioni importanti possono portare a confusione (ad esempio, sostituire la parola “donne” con “persone” può distorcere l’interpretazione della ricerca medica) e disumanizzazione (ad esempio, riferendosi alle donne in funzione della loro anatomia o fisiologia), entrambi fattori che minano l’inclusività. Separare il sesso dall’identità di genere, come raccomandato dal rapporto Sullivan, e avviare discussioni aperte e rispettose con i pazienti permetterebbe di adottare buone pratiche mediche per risolvere questi problemi e mettere al primo posto la sicurezza del paziente. Sia il sesso che il genere possono essere registrati, ma il sesso dovrebbe sempre essere incluso”[37].
aprile 2025 in Journal of Personality Disorders
Prevalenza delle diagnosi di disturbo di personalità nelle persone indirizzate alle cliniche specializzate in identità di genere in Finlandia[38]
Autori: Marja Kaila-Vanhatalo, Tommi Tolmunen, Aino Mattila, Riittakerttu Kaltiala.
Link: https://guilfordjournals.com/doi/10.1521/pedi.2025.39.2.95
Argomento: medicina di genere e attivismo transgender
Estratto: “È stata riscontrata una maggiore prevalenza di diagnosi di disturbo di personalità tra gli individui con disforia di genere. Tuttavia, studi precedenti su questo argomento sono stati limitati e metodologicamente incoerenti. L’obiettivo di questa ricerca era determinare la prevalenza di diagnosi di disturbo di personalità negli individui che richiedevano la riassegnazione medica di genere. Uno studio di follow-up basato su registri ha monitorato gli individui che hanno contattato i servizi di identità di genere centralizzati a livello nazionale in Finlandia nel periodo 1996-2019 (n=3.665) e una popolazione di controllo abbinata per età e sesso in rapporto 8:1 (n=29.292). Tutti i loro contatti per trattamenti psichiatrici specialistici nel periodo 1994-2022 sono stati identificati nel Registro Nazionale dell’Assistenza Sanitaria. Sono state estratte le diagnosi ICD-10 e le date dei contatti. Nel gruppo della disforia di genere, il 15,0% (551 su 3.665) aveva ricevuto una diagnosi nel gruppo del disturbo di personalità(F60-69 escluso F64.x), mentre tra i soggetti di controllo, il 2,1% (625 su 29.292) aveva ricevuto tale diagnosi“[39].
[1] “Changes in affect variability after starting gender-affirming hormone therapy”
[2] Con “affettività negativa” o “affetto negativo” si intende la tendenza a sperimentare emozioni spiacevoli o negative. Questo può essere un tratto di personalità, come un’elevata affettività negativa, che porta a provare più frequentemente e intensamente emozioni come rabbia, disprezzo, senso di colpa, paura e nervosismo.
[3] “In summary, our findings suggest that variability patterns in negative affect in transgender persons change after starting GAHT, with participants who start masculinizing GAHT moving to a profile which more closely resembles that of cisgender men and participants who start feminizing GAHT moving to a profile which more closely resembles that of cisgender women. However, the results should be interpreted carefully, since the demonstrated changes in affect variability are modest and contextual information on daily events is lacking in our study. Since affect variability is a key feature of one’s emotional experiences, future studies should provide more information on affect variability changes after GAHT and on possible underlying mechanisms, with measurement of both negative and positive affect variability within social and daily contexts during GAHT”.
[4] “How do transgender young people experience talking about trauma with services?”
[5] “This study found that all participants were aware of wider societal narratives about the link between trauma and trans identity. Their relationship to this idea was an important frame to their experience of services. Whilst some were keen for support exploring this idea for themselves, others were fearful of the consequences of talking about trauma with professionals…The Cass Review (2024) recommends a wide-reaching research programme to inform assessment and therapeutic approaches with this population. To extend trauma-informed thinking to research, a power-levelling approach of collaboration with young trans people in conducting research should be taken”.
[6] “Medicolegal update for doctors on gender-affirmative care for children and young people”
[7] “The 4-year UK NHS Cass review found no clear evidence base for gender affirmation interventions, i.e. puberty blockers and cross-sex hormones. There are proven medical harms from these interventions including sterility, sexual dysfunction, osteoporosis, mood disorders, cognitive impairment, cardiovascular disease, meningioma, and blood clots. The effects of more than brief use of puberty blockers and cross-sex hormones and any surgery are not fully reversible. Increasing numbers of countries—particularly the UK, the Nordic nations and the USA—as well as Queensland, are now restricting use of puberty blockers, cross-sex hormones and surgery for minors… Both the Cass review and the National Association of Practising Psychiatrists (Australia) recommend individualised psychosocial support as first line treatment for young people with gender dysphoria… There are increasing numbers of legal cases arising due to the harms patients are experiencing from these interventions. One Australian indemnity company has already withdrawn cover for privately practising doctors who initiate hormone treatment in children and adolescents with gender dysphoria.
We are concerned about the harms being done to children and the medicolegal risk to doctors.
To protect yourself we would advise that for children and adolescents up to18 years of age you:
- not prescribe puberty blockers and cross sex hormones;
- not refer for gender surgery;
- not refer to gender clinics as they offer treatment that is not evidence-based and causes bodily harm; and
- not refer patients on for private gender affirmative psychological treatment that will cement a child’s likely transient identity.
Standard psychological therapies do not constitute conversion and are allowed under state legislation. Children and adolescents with gender confusion may benefit from referral to a therapist who will provide holistic care with psychological therapies under the precautionary principle of “first do no harm”. There also needs to be consideration given to protection of vulnerable adults up to the age of 25”.
[8] “Influence of the Timing of Gender Dysphoria Presentation and Suicidal Behaviors on Internalizing Symptoms, Emotion
Dysregulation, and Body Investment in Adolescents Seeking Gender Affirmation”.
[9] “Given the high prevalence of suicidality, depression, and anxiety among transgender individuals, understanding how early and late presentation of GD impacts mental health is clinically significant. This study highlights the psychological challenges faced by adolescents with gender dysphoria (GD), specifically emphasizing the impact of GD onset timing. Adolescents with late-onset GD (LP-GD) exhibited greater difficulties in emotion regulation (ED), particularly in the Strategies domain. This finding underscores the need for early psychological interventions to address emotion regulation, particularly for LP-GD adolescents who may have had less time to develop adaptive coping strategies. This distinction could also provide insights into how gender dysphoria evolves over time and how best to support individuals at different stages of their gender identity development. Additionally, the high prevalence of self-harm (SH) in the year preceding the request for gender-affirming care underscores the urgency of addressing mental health concerns in this population. In conclusion, these findings suggest that early intervention programs should focus on addressing emotion regulation difficulties, maladaptive coping strategies, and mental health issues like anxiety, depression, and self-harm. Future research should continue to investigate these factors and explore the role of family support, social acceptance, and socio-cultural influences in shaping the psychological experiences of adolescents with GD”.
[10] “Reconsidering “inclusive language:” Consequences for healthcare and equitableness of a growing linguistic movement to address gender identity with a path forward”.
[11] “Increasingly, the language of female reproduction is changing, so terms directly referencing people’s sex are replaced with terms obscuring sex, a language form commonly called “inclusive language” but more accurately is “desexed language.” Desexed language is promoted as assisting individuals experiencing an inner sense of themselves (a gender identity) in conflict with their sex, a state described as being transgender or gender-diverse. It seemingly assumes no harm to the general population. However, the scant existing research suggests it may not be well accepted or understood. There are a variety of types of desexed language, including globalizing language (e.g. replacing “women” with “people”), biology-based language (e.g. “lactating individuals,” “menstruators”), neologisms (“chestfeeding”), appropriation of terms with other meanings (“sex assigned at birth”), and additive language (e.g. “women and birthing people”). Second- and third-person language (e.g. “if you are sexually active,” “those who are pregnant”) can be a type of desexed language depending on context. Desexed language is likely to have an adverse impact on people with low health literacy and language skills, risk alienation, and cause confusion, especially in non-Western countries and cultures. It may even cause harm to transgender and genderdiverse people who also need clear health communications as well as specialized healthcare. Widespread use of desexed language is contrary to the usual practice of implementing targeted tailored communications for those with specialized needs while using the most effective language for most people for general communications. Comprehensive research on the impact of desexed language is urgently needed”.
[12] “Onset Age and Internalizing Problems in Adolescents with Gender Dysphoria: Is There an Association?”
[13] “Here, we examine the onset age of GD, i.e., the percentage of early onset (EO) vs. late onset (LO), and its association with internalizing problems in adolescents with GD… it is possible that the decrease in stereotypical role expectations and evolved possibilities of expression can also be understood ambiguously: while this is associated in some with relief from inflexible gender role expectations and more individual freedom, it may lead others to a loss of orientation and the search for new identifications to counteract the insecurity… Moreover, transgender adolescents spend a considerable amount of time online and on social media (Herrmann et al., 2023), where the notion of one right way to be transgender may be reinforced, often through a focus on binary-presenting individuals and medical transitions (Etengoff, 2019). As a result, it may be challenging for adolescents to shape their gender identities and experiences in a fully independent and individual way, separate from the oft binary gender expressions and expectations they encounter online… Identity is a process essentially determined by interactions (Mertens, 1996), both between the individual and relevant others and within the self in the process of reflecting on and testing different conceptions of self. A consolidated and stable experience of identity, also concerning a mature clarity about one’s own gender identity, is accordingly clearly more difficult for individuals with high symptomatic stress and conflictual peer relations. It can be assumed from this that LO adolescents represent a particularly vulnerable group that would benefit from an individually tailored treatment plan, in addition to long-term psychotherapeutic support that will hopefully help them to consolidate their own identity, irrespective of their gender, and create space for development again… Our proposal is therefore a comprehensive, process-oriented diagnostic phase that includes psychosexual development, narratives about one’s identity development, and a detailed anamnesis for other relevant adolescent issues and conflicts. This diagnostic process would form the basis of an assessment of the developmental course, in the context of which considerations about gender-affirming interventions can be discussed. The focus would be on the interaction between GD and relevant developmental conflicts, allowing for a deeper understanding of the individual’s journey and the development of an individual narrative… the group of LO adolescents is characterized by particularly elevated levels of internalizing problems (67% scoring in the clinical range vs. 57% of the total sample). Abbruzzese et al. (2023) question the applicability of the Dutch results to nowadays more heterogeneous, non-preselected treatment groups, which include youth with a LO developmental trajectory and severe psychological problems. The growing diversity of developmental trajectories in adolescents, with varying intensity of gender dysphoric distress and co-occurring, with GD interacting psychological problems, demonstrates the need for an individualized treatment setting”.
[14] “Illusions and Realities. A Qualitative Study on Transgender Motivations and Desires for Transition and a Psychoanalytically Informed Discussion of Findings”
[15] “…as a psychoanalytic researcher, I do not aim to pathologise transgender experience. There is a challenge in reconciling psychoanalytic perspectives with views that actively support transgender transition… My work shows that the recently very active and conflict-ridden trans debate is highly complex and needs more research. Further investigation of transgender motivations and desires with their conscious and unconscious reality is recommended. Future research could better examine the relationship between conscious desires and psychoanalytically informed understandings of unconscious motives. Further studies incorporating clinically informed methods might allow unconscious motives to emerge organically through open-ended interviews or within the context of a therapeutic relationship in clinical case studies. The psychoanalytic contribution, further exploration of the unconscious components of gender motivations would allow better understanding of gender dysphoria and the position of a human un/conscious mind within the ecosystem. The link between the human body and technology, using non-human matter as an extension of the human body, a fulfilment for internal emptiness, has a significant place in the transgender discussion… Voices of detransitioners are not heard and disappear from the public debate on transgender care. Their contribution might significantly change the trajectory of the gender-related care system by providing the opposite of the normative, politically correct narrative”.
[16] “The role of GPs in transgender care”
[17] “To support the provision of high quality, joined-up, person-centred and evidence-based care for transgender people, those experiencing gender incongruence and those questioning their gender identity, the RCGP calls for the following changes at national level:
- To review the service specification, the model of provision, and identify issues related to service delivery and best practice for adult specialist gender identify services:
- To ensure that gender identity services for adults and children and young people take a holistic approach, considering neurodiversity, adverse childhood experiences and mental health issues.
- To ensure that patients who present to their GPs with gender incongruence have access to appropriate timely psychological therapy within the community, whilst waiting to be seen in a specialist gender identity service or as stand-alone therapy for those who do not wish to be referred to a specialist gender identity service…
- To ensure that collaborative or shared care arrangements are adequately funded at both primary care and secondary/tertiary care level to support the ongoing care and treatment of patients.
- To fully implement the provisions of the NHS England commissioned Cass Review in England and adopt the principles for the care for children and young people it identifies across the nations of the UK, including the change in structure of services for children and young people and the need for further research, with full co-operation from specialist gender identity services.
- To develop evidence-based guidelines to support health professionals in supporting transgender people, those experiencing gender incongruence and those questioning their gender identity, including specifically addressing the needs of individuals and their families if their transition goals change.
- To review IT systems with safety concerns in mind. NHS systems must ensure that patients can be safely recalled for the appropriate screening according to the organs that they have, and that patient safety is not jeopardised because clinicians are not aware of a patient’s sex assigned at birth…”.
[18] “Why We Watch and Wait”
[19] “Gender treatments—like puberty blockers or hormones—carry serious side effects: infertility, heart problems, even brain tumors in rare cases. Stories like Keira Bell’s, who sued a clinic for rushing her into treatment she later regretted, show why slowing down matters. Her case sparked the 2024 Cass Review, which calls for change. Today’s quick-to-affirm approach skips the careful steps mental health care relies on. Watchful Waiting puts assessment first, keeping teens safe while they figure things out. With growing evidence and reviews like Cass pushing back, it is a practical, thoughtful way to help”.
[20] “Cardiovascular outcomes in transgender women and men undergoing gender-affirmation hormone therapy: a systematic review and meta-analysis”
[21] “Our meta-analysis suggests that transgender women and men have a higher risk cardiovascular compared to cisgender”.
[22] “How to improve research methodology in gender care: a non-binary choice”
[23] “There are other limitations to the current pre-post designs in gender care on top of the absence of a control group, in particular absence of a long follow-up to assess the long-term effects of puberty blockers. This is important because almost all users of puberty blockers appear to take the subsequent steps of cross-sex hormones and surgery (DeVries et al., Citation2021), and these two steps have long-lasting effects. In such long follow-ups multiple outcomes need to be assessed, including regret of (not) having transitioned and general well-being. Studies with a long follow-up are difficult to perform, not only for cost reasons but especially because of the substantial drop-out of study participants to be expected due to unwillingness to continue participation, unknown address due to moving, or death from other causes than the treatment studied. However, as epidemiological cohort studies on cancer (see, e.g., Hermans et al., Citation2022; van den Brandt et al., Citation1990) and cardiovascular disease (Tsao & Vasan, Citation2015) show, long follow-up studies are feasible and gender care can learn from that domain. So, what can be proposed for future research on gender care? Given the apparent divide between gender clinics giving puberty blockers (notably in the Netherlands) and clinics refraining from that or restricting it to exceptional cases (a.o. in the UK, Finland, and Sweden nowadays, see, e.g., https://segm.org/Swedish-2022-trans-guidelines-youth-experimental), a logical proposal would seem to be an international multicentre quasi-experiment comparing the effects of puberty blockers with non-medical treatments with respect to the short- and long-term effects on those outcome variables that are deemed important according to the patients and the clinicians, supplemented with cost-effectiveness analyses”.
[24] “Analyse der Versorgungssituation für Kinder und Jugendliche mit Geschlechtsdysphorie aus Sicht klinischer Expertinnen und Experten”
[25] “Die vorliegende Expert_innenbefragung zur Analyse der Versorgungssituation für Kinder und Jugendliche mit GD zeigt, dass zunehmender Versorgungsbedarf auf ein bisher nicht hinreichendes Versorgungsangebot trifft. Schilderungen von negativen Erfahrungen im Gesundheitssystem legen außerdem eine unzureichende Versorgungsqualität für Kinder und Jugendliche mit GD nahe. Schulungen für Fachkräfte im sozialen/pädagogischen und medizinischen/psychologischen/therapeutischen Bereich könnten Stigmatisierung und Diskriminierung entgegenwirken. Um eine verbreiterte Basis an Behandelnden zu schaffen, besteht ein hoher Bedarf an spezieller Aus- und Weiterbildung von Fachkräften in diesem Bereich. Die Expert_innen erhoffen sich zudem, dass Forschungslücken durch z. B. Langzeit-Kohortenstudien mittelfristig geschlossen werden können”.
[26] “The mental health age gradient by gender identity”
[27] “…this study documents that GMs experience significant mental health disparities [1, 2] and further demonstrates that the size of the GM mental health disparity varies substantially across the age gradient. Notably, GM young adults ages 18–23 and ages 23–27 had greater than 14 days of poor mental health days in the past month, which meets criteria for the Centers for Disease Control and Prevention’s (CDC’s) definition of frequent mental distress (14 + days/month). Frequent mental distress can lead to significant impairments in physical health, social functioning, and other aspects of life [8]. Concerningly, the magnitude of the mental health disparity among GM adults was greater than twice that of cisgender peers for ages 18–23, 23–27, and 28–32, indicating that profound disparities persist across young adulthood into their 30s for GM individuals. These findings underscore an urgent need for targeted interventions to address mental health concerns for GM individuals as they navigate early adulthood”.
[28] “Genspect Exclusive: The Hidden Clause in Trump’s Executive Order — The Downfall of WPATH (Again)?”
[29] “We have since confirmed through reliable sources that a Cass-like systematic review will be published by April 28, 2025. This review has the potential to reshape the landscape of gender-related healthcare for children in the United States. The Review should end WPATH. While funding restrictions may shift with each administration, this systematic review represents something far more enduring: a rigorous, government-led scientific assessment. It will expose the hollow core of WPATH’s recommendations – already criticized by many analysts of the gender-affirming care approach, but this time the critique will carry the authority of the HHS. Anyone who has been following the trans phenomenon will welcome this with a sense of relief, recognizing it as a long-overdue step towards greater clarity, accuracy, and a more balanced discussion. The executive order does not mince words, describing WPATH’s guidance as “lacking scientific integrity” and instructing federal agencies to “rescind or amend all policies that rely on WPATH guidance.” This directive marks a turning point. WPATH has long refused to address Europe’s increasing restrictions on pediatric transition, showing a willful disregard for the evidence behind those changes. But with a federal review now emerging from within the U.S. health system itself, that strategy will be far harder to sustain. We’ve seen this story unfold across Europe. Finland, Sweden, Denmark, Norway, the UK, Italy, and France have all restricted medical interventions for gender-dysphoric youth based on reviews of the same evidence WPATH uses in its guidelines. These assessments reached the same conclusion: medical transition on minors is a failed approach, supported by poor-quality evidence, substantial risks, and only theoretical, self-reported benefits”.
[30] “The Gender Research We Really Need”
[31] “For over a decade, adolescents with self-declared transgender identities have been unwitting subjects in a global, unregulated medical experiment, undergoing treatments that can permanently damage their fertility, sexual function, and overall health. These interventions have been administered without a clear diagnosis, the foundational studies supporting the entire experiment have been discredited, and activist-researchers have tried to bury the negative results of subsequent research. There are already numerous malpractice lawsuits underway, launched by young people who have suffered irreparable harm at the hands of gender-affirming care providers. This is, without question, one of the greatest scandals in modern medicine”.
[32] “Resolução CFM nº 2.427, de 8 de Abril de 2025: Revisa os critérios éticos e técnicos para o atendimento a pessoas com incongruência e/ou disforia de gênero e dá outras providências”
[33] “Art. 5. Fica vedado ao médico prescrever bloqueadores hormonais para tratamento de incongruência de gênero ou disforia de gênero em crianças e adolescentes… Esta vedação não se aplica a situações clínicas reconhecidas pela literatura médica, como puberdade precoce ou outras doenças endócrinas, nas quais o uso de bloqueadores hormonais é cientificamente indicado.
Art. 6º Sobre a terapia hormonal cruzada:
- 1º Definida como a administração de hormônios sexuais para induzir características secundárias condizentes com a identidade de gênero do paciente.
- 2º Esta terapia está vedada antes dos 18 (dezoito) anos de idade.
-
3º O paciente que optar por terapia hormonal cruzada deverá:
- I – iniciar avaliação médica, com ênfase em acompanhamento psiquiátrico e endocrinológico por, no mínimo, 1 (um) ano antes do início da terapia hormonal, conforme PTS; II – obter avaliação cardiovascular e metabólica com parecer médico favorável antes do início do tratamento;
- III – não apresentar doença psiquiátrica grave, além da disforia, ou qualquer outra doença que contraindique a terapia hormonal cruzada.
Art. 7: …Ficam vedados os procedimentos cirúrgicos de afirmação de gênero nas seguintes situações:
I – em pessoas diagnosticadas com transtornos mentais que contraindiquem tais intervenções;
II – antes dos 18 (dezoito) anos de idade;
III – antes dos 21 (vinte e um) anos de idade quando as cirurgias implicarem potencial efeito esterilizador, em conformidade com a Lei nº 14.443, de 2 de setembro de 2022”.
[34] “Sex, Sanity, and the Search for Clarity”
[35] “Words matter, especially when they shape how we live, legislate, and understand ourselves. That’s why I welcomed the UK’s recent legal move to reaffirm a fundamental truth: biological sex is real, immutable, and essential to law. As a psychotherapist, I’ve worked with countless individuals struggling with gender identity, including many who now regret having medically transitioned. These people are part of a growing cohort of detransitioners who feel abandoned by the very systems that once encouraged them. That confusion has real consequences. I run weekly support groups for detransitioners – people dealing with lifelong effects of decisions often made during adolescence. Irreversible voice changes, chronic health issues, sterility, sexual impairment, psychological trauma – the list is harrowing. Many trusted professionals, believing they were offering support, instead ushered vulnerable young people down a path filled with lifelong burdens. Worse still is how easily activism has infiltrated medicine. The space where caution and evidence should guide care has become overly politicised. We now see clinicians pressured to affirm rather than assess, to expedite rather than explore. My call is not for cruelty or ignorance but for clarity and care. We must be brave enough to return to evidence-based practice, to protect children from premature medicalisation, and to say that biology matters and feelings, though deeply human, should not dictate irreversible interventions. Let’s restore balance. Let’s listen to those who were promised liberation and now live in pain. Let’s craft policies grounded in science, not slogans.”.
[36] “Sex and gender should not be conflated in medical data”
[37] “GPs have in some cases been instructed to alter records to remove information relating to a patient’s sex. Such interference with records assumes sex is irrelevant in a medical history, when it is not… Conflating sex and gender also has implications for policy making. Programmes intended to tackle health inequalities in LGBTQ+ people have led advocates to inappropriately advise clinicians on prescribing hormones. A Royal College of Obstetricians and Gynaecologists guideline that assumes trans women become gynaecological patients remains stalled since consultation in 2022. Medical literature and patient information materials that miss important information potentially lead to confusion (eg, replacing the word “women” with “people” may skew interpretation of medical research) and dehumanisation (for example, by referring to women as a function of their anatomy or physiology), both of which undermine inclusivity. Disentangling sex from gender identity as recommended by the Sullivan report and using open, respectful discussions with patients would enable good medical practice approaches to solve these problems and put patient safety first. Both sex and gender can be recorded, but sex should always be included”.
[38] “Prevalence of Personality Disorder Diagnoses in People Referred to Specialized Gender Identity Clinics in Finland”
[39] “A higher prevalence of personality disorder diagnoses has been found among individuals with gender dysphoria. However, previous studies on this topic have been limited and methodologically inconsistent. The object of this research was to determine the prevalence of personality disorder diagnoses in individuals requesting medical gender reassignment. A registerbased follow-up study tracked individuals who contacted the nationally centralized gender identity services in Finland in 1996-2019 (n = 3,665) and 8:1 age- and sex-matched population controls (n = 29,292). All their specialist-level psychiatric treatment contacts in 1994-2022 were identified in the National Care Register for Health Care. ICD-10 diagnoses and dates of the contacts were extracted. Among the gender dysphoria group, 15.0% (551 out of 3,665) had received a diagnosis in the personality disorder group (F60-69 excluding F64.x), while among the control subjects, 2.1% (625 out of 29,292) had received such a diagnosis”.