Cosa si cela in un nome? Lettera di una mamma

Pubblichiamo di seguito una nostra traduzione di una testimonianza da Parents with Inconvenient Truths about Trans del 26 maggio 2022.


Per mia figlia di 14 anni, nel giorno del suo compleanno

Mia dolce bambina. È il tuo 14° compleanno, ma non possiamo cantarti “Tanti auguri a te” e guardarti spegnere le candeline come abbiamo sempre fatto.

Non possiamo nemmeno pronunciare il tuo nome: mi è proibito chiamarti con il nome che ti ho dato, il tuo nome di battesimo. Quello che tu vuoi chiamare “deadname”, nome morto. Questa è una delle tante bugie che ti sono state dette.

Come è successo? Una volta la tua vita era così piena di gioia.

Ti piaceva giocare a calcio sotto la pioggia. Ricordo l’ultima volta che ti ho guardato sulla collina fangosa a bordo campo dalla mia seggiolina sul prato. Non sapevo che sarebbe stata l’ultima volta. Ero sotto il mio ombrellino, al freddo. Ti vedo ancora correre, con il viso rivolto al cielo, ridendo mentre le nuvole piovevano lacrime.

Eri così forte e sicura di te, veloce e orgogliosa. Ti sentivi così a tuo agio, finché il tuo corpo non ti ha tradito. Il seno ti ha reso terribilmente insofferente e i chili di troppo su fianchi e cosce ti hanno ostacolata.

Non so come, ma hai deciso non solo che sarebbe stato più facile essere un maschio, ma che sei un maschio. Tua sorella alimenta la tua illusione e ti incoraggia. Non sono in grado di impedirglielo.

Scrivo questa lettera intrappolata in un sogno febbrile da Covid, tra le lacrime. Non mi sono mai sentita così sola come in questo isolamento. È una tale sofferenza. Se penso a tutto quello che ho sbagliato con te, vorrei non esistere più. È una debolezza e mi vergogno. So che devo lottare per non lasciare che questo distrugga completamente te e la nostra famiglia. Ma a volte sono così stanca e mi sembra una battaglia persa. Ora anche il presidente per cui ho votato (Biden, NDT) pensa che dovrei portarti in una clinica di genere, che ti inietti del testosterone e che ti permetta di rimuovere i tuoi seni sani. Pensa che sia giusto farti fare tutto questo prima ancora del tuo primo bacio e del tuo primo appuntamento. Come puoi sapere da chi ti senti attratta se non hai mai baciato nessuno? Perché vuoi etichettarti? Pensi che il genere e il sesso non siano collegati, ma è innegabile che lo siano. È una zona di confine da cui non puoi sfuggire. Non riesco a trovare un terapeuta per te, che hai un disperato bisogno di parlarne.

Sono caduta nella tana del coniglio del gender e cerco di arrampicarmi per uscirne. Faccio fatica a dormire anche perché mi ritrovo completamente assorbita da tutto ciò che riguarda il “genere”. E’ un sistema di credenze che non condivido.

Per te è diventato così importante avere il tuo nuovo nome da maschio ed essere un lui. Cos’è che si nasconde dietro a questo nome? Io non riesco a pronunciarlo.

Non lo userò e questo ti fa infuriare. Invece tu credi che questo sia ciò che vuoi e che ti renderà felice. Ma ho scoperto troppe cose in questi ultimi mesi per poterlo accettare.

So quale significato si porta dietro un nome “trans”. Posso vedere il percorso davanti ai miei occhi e tu sei così piccola e ingenua che non riesci a vederlo da sola. Inizia con i vestiti larghi, il nome da maschio e i pronomi.

Ti guardo mentre mangi il tuo waffle al mattino con un sorriso macchiato di Nutella, sembri così piccola e il mio cuore si spezza. Sembri la te bambina di 3 anni.

Siamo già scesi a compromessi sul binder e abbiamo optato per reggiseni sportivi di diverse taglie più piccoli per comprimere il tuo seno. Quei vestiti larghi ti stanno inghiottendo. Cerchi di parlare con voce profonda e di comportarti come un “ragazzo”. Ti piace guardare gli anime con la tua sorella che si identifica non-binary (e non vuole più essere chiamata sorella) e parlare in continuazione di quanto tutto sia “gay”. So che c’è un legame tra il desiderio di allontanarsi dalla realtà oggettiva del proprio corpo femminile e la fascinazione per tutto ciò che è “gay”.

Sembra così ovvio che ci sia un senso di sicurezza nell’allontanarsi dalla femmina e scegliere di diventare maschio. È un modo per evitare di essere trattata come un oggetto? Eppure lo fai anche tu, ti ho vista in vacanza sghignazzare con tua sorella su quanto fosse “sexy” una ragazza o una donna che passava. È sbalorditivo per me. Come puoi comportarti come uno stereotipo di genere che, mi insegni tu, è una costruzione sociale?

I tuoi capelli sono più corti ora, ma vorresti che lo fossero ancora di più, e che i peli della barba coprissero anche il tuo viso. Ti vuoi nascondere. Vuoi scomparire, ma questo attira ancora di più l’attenzione su di te.

Per me va bene. Sei libera di vestirti e di tagliarti i capelli come vuoi. A volte penso che anche il nuovo nome potrebbe andarmi bene, però non riesco a pronunciarlo. A volte ci provo quando sono sola, ma non ci riesco. Dici che è l’unica cosa al mondo di cui hai bisogno per essere felice. Mi supplichi di pronunciarlo. Ti deludo sempre e “sbaglio il tuo genere”.

Tuo fratello di 9 anni sente la mancanza delle sue sorelle ed è confuso da tutto questo. Sente le nostre discussioni, si preoccupa per noi e per te, ma sa che non sei e non potrai mai essere un maschio. Tu lo castighi se sbaglia un pronome. E lui ormai ha paura di parlare con te.

Io ti voglio bene e ti accetterò sempre, e per sempre ti sosterrò. A prescindere da come sceglierai di identificarti. Il modo in cui ti identifichi non è quello che ti definisce interamente come persona. C’è molto di più in te.

Adesso vuoi rinunciare alla pallavolo perché non c’è una squadra “gender neutral”. Il tuo amore per la pallavolo è parte di ciò che sei, ma metti tutto da parte e vedi solo il “genere”. Sei disposta a sacrificare te stessa, i tuoi interessi e le tue amicizie di sempre per un obiettivo irraggiungibile e la prospettiva di una metamorfosi irrealizzabile. È un sogno impossibile.

Anch’io non mi sentivo a mio agio con il mio corpo, come la maggior parte delle ragazze. In seconda media rifuggivo le prese in giro quotidiane di un mio compagno di classe, Frank, e le sue incessanti richieste di “strizzarmi le tette”. Col senno di poi vorrei avergli dato un calcio nelle palle molto forte, invece praticamente lo lasciai fare solo per farlo smettere.

Quando avevo vent’anni, un mio amico sposato con cui avevo condiviso la tenda da campeggio nelle prime ore del mattino si avvicinò e mi palpò il seno, mentre io fingevo di dormire. Ero troppo imbarazzata per dire qualcosa. Non l’ho mai detto a nessuno.

Non è facile essere una ragazza, una donna o un’adolescente. Non può esserlo quando ci si spinge oltre, si cresce e si impara a conoscere sé stessi.

Pensi che io non ne sappia nulla. Quello che penso è che in qualche modo tu abbia trovato affascinante identificarti con un gruppo emarginato e poter far parte di una “comunità”. Vuoi provare un senso di appartenenza, come tutti noi.

Dopo tutto, sei solo una ragazza bianca della classe medio-alta dei quartieri residenziali. Se fossi anche etero saresti del tutto banale, ma se sei trans invece sei molto coraggiosa. Diventi subito un eroe che merita di essere salvato e protetto.

So bene che nella tua vita prenderai decisioni che non condividerò. Di alcune potresti pentirti.

Voglio che tu sappia che tu e il tuo corpo femminile siete perfetti.

Non c’è nulla di “sbagliato” in te. Chiunque ti dica questo è un bugiardo. Sono la tua mamma e non ti mentirò mai.

Non sembri più felice. Gli antidepressivi che volevi disperatamente non sembrano avere molto effetto. Probabilmente perché il tuo corpo non ne ha davvero bisogno.

Spero che un giorno tu riesca a comprendere quanto tutto questo sia problematico e a superare gli ostacoli.

Spero che arriverai ad accettare la realtà del tuo corpo, piuttosto che procurarti una vita di trattamenti medici nocivi che temo non allevieranno la tua sofferenza.

Non so cosa ti riservi il futuro, ma so che, qualunque cosa accada, io sarò sempre la tua mamma e sarò qui. Ti amerò sempre, qualunque cosa accada. Hai così tanto da offrire al mondo e sei molto più di un semplice nome.

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