DDL sui farmaci per la disforia di genere: lettera aperta dei genitori di GenerAzioneD
Pubblichiamo una lettera aperta che esprime la nostra posizione nei confronti del disegno di legge “Disposizioni per l’appropriatezza prescrittiva e il corretto utilizzo dei farmaci per la disforia di genere”.
Milano, 11 agosto 2025
Il DDL “Disposizioni per l’appropriatezza prescrittiva e il corretto utilizzo dei farmaci per la disforia di genere” rappresenta un primo passo per una normativa fondata su evidenze, prudenza e tutela dei diritti dei più giovani.
Come associazione di famiglie con figli che vivono esperienze di incongruenza di genere, accogliamo con favore l’avvio di un percorso parlamentare che affronta un tema tanto delicato quanto carente di riferimenti normativi e di dati aggiornati. La proposta di legge presentata dal Governo si inserisce in un contesto europeo di crescente attenzione critica nei confronti degli interventi medici in età precoce.
Paesi come Svezia, Finlandia, Norvegia e Regno Unito, che per primi hanno offerto percorsi di transizione per minori, hanno progressivamente rivisto le loro prassi sanitarie, privilegiando oggi un approccio cauto, multidisciplinare e basato su una valutazione complessiva della salute mentale e fisica del minore.
In tali Paesi, la somministrazione di cure ormonali in età evolutiva richiede esplorazione approfondita delle eventuali concause e co-occorrenze, e viene monitorata da strutture pubbliche, con acquisizione e trattamento dei dati, proprio in ragione dell’assenza di evidenze scientifiche robuste sulla sicurezza e sull’efficacia a lungo termine di questi trattamenti.
Il disegno di legge italiano recepisce alcune delle indicazioni fondamentali contenute nel parere del Comitato Nazionale per la Bioetica, che ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato e prudente, finalizzato a proteggere la salute dei minori, tutelare il loro diritto a una crescita serena e informata, e assicurare che ogni scelta sia supportata da un’adeguata conoscenza dei rischi e dei benefici.
Come famiglie direttamente coinvolte, sappiamo quanto sia necessario uscire dalla semplificazione del dibattito pubblico, spesso polarizzato. Tra i nostri figli ci sono bambini e giovani adulti con storie molto diverse: chi ha intrapreso percorsi ormonali, chi ha desistito, chi ha scelto di detransizionare dopo aver ricevuto diagnosi e trattamenti che si sono poi rivelati inadeguati.
Molti di questi giovani hanno manifestato ripensamenti solo dopo aver già intrapreso modificazioni corporee significative, sorprendendo gli stessi professionisti che avevano convalidato le diagnosi.
Queste esperienze ci spingono a chiedere che venga garantita una maggiore tracciabilità degli interventi, un controllo più attento sull’appropriatezza delle diagnosi e, soprattutto, una maggiore libertà e indipendenza nella ricerca scientifica, oggi limitata da un clima culturale che tende a scoraggiare approcci critici e indagini longitudinali.
Chiediamo ai media, ai decisori politici e all’opinione pubblica di affrontare il tema con rigore, serietà e rispetto per la complessità delle situazioni in gioco, evitando strumentalizzazioni ideologiche e politiche. La discussione parlamentare in corso deve rappresentare un’occasione reale di confronto, aperta anche a chi porta testimonianze meno rappresentate, ma non per questo meno rilevanti.
Associazione GenerAzioneD
L’associazione, nata nel 2023, conta oltre 200 associati e 150 famiglie nelle quali una figlia o un figlio si dichiara o si è dichiarato per un periodo transgender.
La presente comunicazione è diffusa senza l’indicazione dei nomi dei singoli aderenti, a tutela della privacy dei nostri figli, in una fase estremamente delicata della loro vita.
Per maggiori informazioni visitare il sito www.generazioned.org o contattare info@generazioned.org