L’autodeterminazione di genere in Germania: nuove leggi e interventi chirurgici sui minori

Il 12 aprile 2024 il Bundestag, a maggioranza socialdemocratica, liberale e verde, ha approvato la cosiddetta “Legge sull’autodeterminazione per quanto riguarda l’inserimento del genere[1]. In base a tale intervento normativo, a partire dal 1° novembre 2024 presso gli uffici anagrafici tedeschi è possibile per chiunque modificare l’indicazione del proprio sesso e del proprio nome di nascita con una semplice autocertificazione

La vecchia legge tedesca sul cambio di genere

La precedente legge che disciplinava il percorso per il cambio di genere risaliva agli anni ’80[2] e richiedeva almeno due perizie indipendenti di esperti che, per la loro formazione ed esperienza professionale, avessero sufficiente familiarità con i particolari “problemi del transessualismo”. I periti dovevano agire in modo indipendente l’uno dall’altro e nelle loro relazioni dovevano anche esprimersi sul fatto che, secondo le conclusioni della scienza medica, fosse altamente improbabile che il senso di appartenenza del richiedente potesse cambiare[3]. Il costo complessivo stimato per l’intera procedura si aggirava attorno ai 2.000 euro. 

Ora la nuova legge tedesca elimina la necessità di effettuare valutazioni socio-psicologiche e consente il cambio sesso anagrafico con una semplice autocertificazione, ponendo a carico dell’istante esclusivamente le spese amministrative di circa 38 euro.

Obiettivi della nuova legge tedesca sul cambio sesso

La nuova legge persegue un duplice obiettivo: liberare l’attribuzione del sesso e la scelta del nome dalla valutazione di terzi, rafforzando in tal modo il diritto all’autodeterminazione da parte di ogni persona, e garantire il trattamento rispettoso dell’identità di genere da parte dei terzi[4].

Cambio di genere per minori di età superiore ai 14 anni

Secondo la nuova norma, un minorenne con capacità giuridica limitata che abbia compiuto 14 anni può presentare da solo la dichiarazione per la modifica del sesso e del nome, ma necessita del consenso del suo rappresentante legale. Se il rappresentante legale non acconsente, il tribunale per la famiglia sostituisce il consenso genitoriale, purché la modifica dell’indicazione del sesso e del nome non sia contraria all’interesse del minore[5].

Contestualmente all’istanza di modifica, il minore deve dichiarare di aver ricevuto una consulenza da parte di uno dei soggetti che la norma di legge individua in coloro che hanno una formazione psicologica, psicoterapeutica o psichiatrica per l’infanzia e l’adolescenza oppure da organizzazioni pubbliche o indipendenti di assistenza all’infanzia e alla gioventù[6]. Si consente quindi al minore di assumere decisioni in merito alla propria percezione di genere, dimostrando semplicemente di aver effettuato una mera consulenza, magari presso associazioni che promuovono la transizione di genere.

Minori di età inferiore ai 14 anni

Se il minore è legalmente incapace o non ha ancora compiuto i 14 anni, il rappresentante legale può presentare la dichiarazione per il cambio di sesso e di nome. La dichiarazione richiede il consenso del minore se questi ha già compiuto i cinque anni. Il tutore deve comunque richiedere l’autorizzazione del tribunale per la famiglia, che la concede se ciò non è in conflitto con l’interesse del minore. Contestualmente all’istanza di variazione, il rappresentante legale deve dichiarare di essere stato consigliato in tal senso[7], si presume dai medesimi professionisti o associazioni che devono fornire consulenza agli over 14.

Effetti della modifica e limiti al cambiamento di sesso e nome

La dichiarazione di modifica di sesso e nome può essere resa in forma verbale o scritta all’Ufficio anagrafe di competenza e produce i propri effetti dopo tre mesi dalla presentazione[8]

La norma non prevede un numero massimo di volte nel quale si può cambiare nome e sesso nel corso della vita. La legge dispone solamente che non si possa presentare una nuova dichiarazione di cambiamento del sesso e del nome prima della scadenza di un anno dalla dichiarazione precedente[9]. Per paradosso, da oggi in Germania qualsiasi persona potrà, con una semplice dichiarazione, sperimentare la possibilità di vivere per un anno nel genere opposto al proprio, occupando gli spazi che ad oggi le erano preclusi e approfittando di eventuali trattamenti di favore riservati dalle norme di legge all’atro genere (es. quote rosa). È la stessa norma di legge a disporre che laddove “la legge preveda un numero minimo o una proporzione minima di membri di sesso femminile e maschile per la nomina di commissioni o organi, è determinante il sesso dei membri iscritti nel registro dello stato civile al momento della nomina[10].

Inoltre, la nuova legge tratta in modo contraddittorio e lacunoso alcuni aspetti, come quello relativo al cambiamento di sesso durante un periodo di tensione militare fra la Germania e un altro paese. La norma, riferendosi al solo genere “maschile”, prevede l’impossibilità di cambiare sesso in “femminile” o “diverso”, nonché di cancellarlo, per tutto il periodo di durata della tensione. In tale circostanza il diritto del singolo viene quindi compresso e l’eventuale dichiarazione di cambiamento non viene considerata utile ai fini dell’esonero dal servizio militare, dovendosi assumere a riferimento l’ultima identità prescelta[11]. In buona sostanza, un diritto inalienabile, ma fino a un certo punto…  

Divieto di divulgazione e sanzioni

La norma si concentra quindi sul cosiddetto misgendering, ossia sul riferirsi a una persona, intenzionalmente o meno, usando un linguaggio che non è in linea con la sua identità di genere percepita.

La norma prevede che laddove il sesso e i nomi di una persona siano stati cambiati, il sesso e i nomi precedenti non possono essere divulgati o indagati senza il consenso della persona in questione[12].

Pertanto, chiunque riveli l’appartenenza di genere o il nome di battesimo di una persona che ha cambiato identità, e in tal modo la danneggi intenzionalmente, è colpevole di un illecito amministrativo punito con una multa fino a 10.000 euro[13].

I numeri delle nuove domande 

Dalle notizie riportate nei giornali e nei siti web, emerge che nel territorio tedesco sono in arrivo 15.000[14] domande di cambiamento di genere, a fronte di una stima governativa di 4.000. 

Solo nella città di Lipsia quasi 700 persone hanno manifestato l’intenzione di cambiare l’indicazione del loro sesso sui documenti anagrafici[15].

L’exploit degli interventi medici

La norma sulla libera autodeterminazione di genere mediante una semplice dichiarazione resa all’anagrafe non è un provvedimento isolato, ma fa parte di un complesso puzzle di incastri e interessi all’interno di un contesto molto preoccupante, nel quale l’affermazione chirurgica di genere è l’evento conclusivo che sta prendendo piede in modo esponenziale. 

Nell’ultimo periodo gli interventi chirurgici di affermazione di genere all’interno degli ospedali tedeschi sono aumentati vertiginosamente, in particolare quelli riguardanti pazienti minorenni.

Secondo i dati desunti dall’Agenzia statistica federale tedesca, nel 2005 erano state svolte solamente 120 operazioni chirurgiche per il cambiamento di genere, mentre nel 2023 questo numero è salito fino a 3.075[16].

Se si esamina la fascia d’età fra i 18 e i 25 anni, si può notare come da appena 8 operazioni eseguite nel 2005 si è arrivati a oltre 985 nel 2023, con un aumento percentuale del 12.312%[17].

L’evoluzione esponenziale degli interventi chirurgici risponde innanzitutto a una logica di convenienza prettamente economica, la quale approfitta di una platea di giovanissimi confusi sulla loro identità, attualmente in enorme espansione per effetto del bombardamento mediatico tramite social network.

Sulla spinta degli attivisti transgender, le linee guida promosse dal WPATH, un’associazione privata statunitense che si è insinuata nel colpevole vuoto lasciato dagli ordinamenti nazionali e sovranazionali a tutela dei minori, hanno ulteriormente abbassato le età minime consigliate per gli interventi chirurgici, portandole ai seguenti livelli:

  • “15+ anni per mastectomie doppie 
  • 16+ anni per protesi mammarie, chirurgia di femminilizzazione del viso 
  • 17+ anni per metoidioplastica, orchiectomia, vaginoplastica, isterectomia, rimodellamento fronto-orbitario  
  • Età minima 18 anni per la falloplastica”[18].  

Il progressivo abbassamento dell’età minima per accedere agli interventi chirurgici rende definitiva la medicalizzazione a vita e la sterilizzazione dei giovani pazienti, ai quali vengono quindi offerti servizi di crioconservazione di ovociti e spermatozoi, aumentando così ulteriormente i profitti, anche, in futuro, nel settore della fecondazione assistita.

Critiche da parte degli psicoanalisti e degli psichiatri tedeschi

La facoltà concessa ai minori di cambiare genere ha sollevato molte perplessità fra autorevoli professionisti sanitari esperti sul tema. Ad esempio lo psicoanalista Prof. Dr. Bernd Ahrbeck[19], che si occupa da anni dei temi della transessualità e del transgenderismo, ha dichiarato quanto segue a ZDF: “A 14 anni non possono fumare, né bere, né guidare, né farsi un tatuaggio, ma dovrebbero avere la possibilità di decidere il proprio sesso? Questo è difficile da capire e psicologicamente inaccettabile“, anche perché “nell’80-85% dei bambini queste sensazioni scompaiono col tempo[20].

Anche lo psichiatra infantile e dell’adolescenza Alexander Korte[21], nel corso di una recente intervista resa al quotidiano svizzero NZZ[22], ha ammonito che per i giovani di oggi la diagnosi è un fenomeno “zeitgeist”[23], rafforzato dai social network e dagli influencer, visto che non si registra un aumento comparabile delle diagnosi fra i più anziani. Analogamente il Dr. Korte mette in guardia contro il percorso di medicalizzazione che generalmente consegue all’affermazione della nuova identità.  

L’aumento dei casi in Germania

Dal 2013 al 2022 le diagnosi per “disturbo dell’identità di genere” sono aumentate di otto volte nella fascia di età compresa tra i 5 e i 24 anni, come emerge da uno studio pubblicato da Bachmann et al. su Deutsches Ärzteblatt International[24]. Nel 2013 solo 22,5 su 100.000 bambini e giovani assicurati presso l’assicurazione sanitaria pubblica avevano ricevuto una diagnosi di transessualismo, mentre nel 2022 il numero ha raggiunto la quota di 175/100.000. Secondo lo studio, la maggior parte dei bambini e dei giovani adulti con disforia di genere nel 2022 aveva ricevuto almeno un’altra diagnosi collegata a problemi psicologici (il 67% dei ragazzi e il 76% delle ragazze). Ciò testimonia quanto sia importante approcciarsi in modo estremamente cauto alla percepita incongruenza di genere, prevedendo un periodo di assistenza psicologica nel quale possano essere effettuate anche diagnosi differenziali, tramite le quali valutare la sussistenza di problematiche concomitanti alla disforia, in modo da poter meglio assistere il minore o il giovane che vive un sentimento di incongruenza.

Anche i detransitioner sono in crescita 

L’incessante propaganda e l’apertura a tutte le istanze di auto-affermazione del genere non hanno prodotto solamente un incremento acuto della disforia di genere fra gli adolescenti e i giovani adulti, ma sono responsabili della rapidissima crescita di una popolazione che non dovrebbe quasi esistere: i cosiddetti detransitioner, ossia coloro che hanno iniziato o completato la transizione medica e si sono successivamente pentiti al punto da decidere di tornare indietro (per quanto possibile).

Nel mese di ottobre 2024, alcuni media tedeschi[25] hanno diffuso i dati elaborati da uno studio di Pablo Expósito-Campos et al.[26] su 2.689 partecipanti, elaborato su dati provenienti anche dalla Germania.

La revisione sistematica, che comprende anche un meta-sommario di studi con dati qualitativi, valuta le esperienze dei detransitioner, ai quali è stato chiesto di riferire in merito ai motivi che hanno determinato l’iniziale decisione di affrontare il percorso di transizione. Il 46,7% di costoro ha riferito di essere stato condizionato dalla pressione di amici, familiari, partner o professionisti sanitari, mentre il 33,3% ha riscontrato una mancanza di esplorazione, di interrogativi e di comprensione da parte degli operatori sanitari. Il 26,7% ha inoltre lamentato l’assenza di alternative alla transizione per affrontare la disforia di genere[27]. Infine il 53% ha realizzato che la disforia di genere e i desideri di transizione erano legati a problemi psicologici ed esperienze negative vissute prima dell’insorgere della disforia di genere. Tale spaccato solleva molti dubbi sull’opportunità di proporre il modello affermativo di genere come l’unica soluzione per affrontare i mutevoli sentimenti di incongruenza di genere. In questo momento storico, favorire la libera autodeterminazione del genere con una semplice autocertificazione, e al contempo marchiare l’eventuale esplorazione psicologica come terapia di conversione, significa consegnare molti ragazzi fragili ad una precoce medicalizzazione a vita e ad un probabile futuro da detransitioner, intriso di pentimenti e recriminazioni. 

Un attacco alle donne

È indubbio che la questione della libera autodeterminazione di genere sui documenti incide anche su altri scenari che esulano il diritto all’autoaffermazione della singola persona e si innesta in un clima alquanto dibattuto, che comporterà l’insorgere di conflitti dalla difficile soluzione.

In Germania ha destato scalpore il recente caso di una persona con caratteristiche sessuali esterne maschili che si identificava come una donna, la quale aveva richiesto l’iscrizione a una palestra femminile. Essendo stata respinta, ha promosso una causa per risarcimento danni, lamentando violazione dei “diritti personali”, nonché comportamento discriminatorio da parte del gestore.

Dal 1° novembre queste situazioni saranno risolte per legge e gli spazi oggi riservati esclusivamente alle persone di sesso femminile non saranno più tali. Un problema delicatissimo da gestire e una indubbia compressione degli spazi riservati esclusivamente alle donne e alle bambine (luoghi protetti, carceri, ospedali, spogliatoi, sport, bagni, ecc.).

A pagarne le spese saranno come sempre le persone più meritevoli di tutela che l‘ordinamento finora ha cercato di proteggere, riservando loro appositi spazi riservati. 


[1] „Gesetz über die Selbstbestimmung in Bezug auf den Geschlechtseintrag und zur Änderung weiterer Vorschriften“, rinvenibile al link https://www.recht.bund.de/bgbl/1/2024/206/VO

[2] Transsexuellengesetz vom 10. September 1980 (BGBl. I S. 1654), das zuletzt durch Artikel 2 Absatz 3 des Gesetzes vom 20. Juli 2017 (BGBl. I S. 2787).

[3] Art. 4 – Gerichtliches Verfahren: “Das Gericht darf einem Antrag nach § 1 nur stattgeben, nachdem es die Gutachten von zwei Sachverständigen eingeholt hat, die auf Grund ihrer Ausbildung und ihrer beruflichen Erfahrung mit den besonderen Problemen des Transsexualismus ausreichend vertraut sind. 2Die Sachverständigen müssen unabhängig voneinander tätig werden; in ihren Gutachten haben sie auch dazu Stellung zu nehmen, ob sich nach den Erkenntnissen der medizinischen Wissenschaft das Zugehörigkeitsempfinden des Antragstellers mit hoher Wahrscheinlichkeit nicht mehr ändern wird“.

[4] „Ziel dieses Gesetzes ist es,

1. „die personenstandsrechtliche Geschlechtszuordnung und die Vornamenswahl von der Einschätzung dritter Personen zu lösen und die Selbstbestimmung der betroffenen Person zu stärken, 

2. das Recht jeder Person auf Achtung und respektvolle Behandlung in Bezug auf die Geschlechtsidentität zu Verwirklichen“.

[5] „Eine beschränkt geschäftsfähige minderjährige Person, die das 14. Lebensjahr vollendet hat, kann die Erklärungen zur Änderung des Geschlechtseintrags und der Vornamen nur selbst abgeben, bedarf hierzu jedoch der Zustimmung ihres gesetzlichen Vertreters. Stimmt der gesetzliche Vertreter nicht zu, so ersetzt das Familiengericht die Zustimmung, wenn die Änderung des Geschlechtseintrags und der Vornamen dem Kindeswohl nicht widerspricht“.

[6]  „Mit der Versicherung nach § 2 Absatz 2 hat die minderjährige Person zu erklären, dass sie beraten ist. Die Beratung kann insbesondere erfolgen durch

1. Personen, die über eine psychologische, kinder- und jugendlichenpsychotherapeutische oder kinder- und jugendpsychiatrische Berufsqualifikation verfügen, oder

2. öffentliche oder freie Träger der Kinder- und Jugendhilfe

[7] „Ist die minderjährige Person geschäftsunfähig oder hat sie das 14. Lebensjahr noch nicht vollendet, kann nur der gesetzliche Vertreter die Erklärungen zur Änderung des Geschlechtseintrags und der Vornamen (§ 2) für die Person abgeben. Die Erklärung bedarf des Einverständnisses des Kindes, wenn es das fünfte Lebensjahr vollendet hat. Ein Vormund bedarf hierzu der Genehmigung des Familiengerichts; das Familiengericht erteilt die Genehmigung, wenn die Erklärung unter Berücksichtigung der Rechte des Mündels aus § 1788 des Bürgerlichen Gesetzbuchs dem Wohl des Mündels nicht widerspricht. Mit der Versicherung nach § 2 Absatz 2 hat der gesetzliche Vertreter zu erklären, dass er entsprechend beraten ist

[8] „Die Änderung des Geschlechtseintrags und der Vornamen ist von der erklärenden Person drei Monate vor der Erklärung nach § 2 mündlich oder schriftlich bei dem Standesamt anzumelden, bei dem die Erklärung abgegeben werden soll“.

[9] „Vor Ablauf eines Jahres nach der Erklärung der Änderung des Geschlechtseintrags und der Vornamen kann die Person keine erneute Erklärung nach § 2 abgeben. Dies gilt nicht in den Fällen des § 3

[10] „Wenn für die Besetzung von Gremien oder Organen durch Gesetz eine Mindestanzahl oder ein Mindestanteil an Mitgliedern weiblichen und männlichen Geschlechts vorgesehen ist, so ist das im Personenstandsregister eingetragene Geschlecht der Mitglieder zum Zeitpunkt der Besetzung maßgeblich“.

[11] „Die rechtliche Zuordnung einer Person zum männlichen Geschlecht bleibt, soweit es den Dienst mit der Waffe auf Grundlage des Artikels 12a des Grundgesetzes und hierauf beruhender Gesetze betrifft, für die Dauer des Spannungs- oder Verteidigungsfalls nach Artikel 80a des Grundgesetzes bestehen, wenn in unmittelbarem zeitlichen Zusammenhang mit diesem die Änderung des Geschlechtseintrags von „männlich“ zu „weiblich“ oder „divers“ oder die Streichung der Angabe zum Geschlecht erklärt wird“.

[12] „Sind Geschlechtsangabe und Vornamen einer Person nach § 2 geändert worden, so dürfen die bis zur Änderung eingetragene Geschlechtsangabe und die bis zur Änderung eingetragenen Vornamen ohne Zustimmung dieser Person nicht offenbart oder ausgeforscht werden“. 

[13] „Ordnungswidrig handelt, wer entgegen § 13 Absatz 1 Satz 1 die Geschlechtszugehörigkeit oder einen Vornamen offenbart und dadurch die betroffene Person absichtlich schädigt. Die Ordnungswidrigkeit kann mit einer Geldbuße bis zu zehntausend Euro geahndet werden“.

[14] https://genspect.substack.com/p/reality-unravels-germanys-new-self

[15] „In Leipzig haben fast 700 Menschen einen Antrag auf Änderung des Geschlechtseintrags gestellt, deutschlandweit sind es ca. 15.000. Die Bundesregierung hatte den betroffenen Personenkreis auf 4.000 geschätzt“, in https://www.zdf.de/nachrichten/politik/deutschland/selbstbestimmungsgesetz-transgender-transsexuell-100.html

[16] Dati riportati da https://genderstats.substack.com/p/whats-happening-on-the-continent?utm_source=substack&utm_campaign=post_embed&utm_medium=web

[17] Vedasi nota precedente.

[18] Vedasi in proposito il documento “Wpath Property – Confidential Draft for Public Comment – Decembre 2021” rinvenibile al link https://www.wpath.org/media/cms/Documents/SOC%20v8/SOC8%20Chapters%20for%20Public%20Comment/SOC8%20Chapter%20Draft%20for%20Public%20Comment%20-%20Adolescent.pdf?_t=1638731433

[19] Autore del seguente volume: Ahrbeck, Bernd/ Felder, Marion [Hrsg.] (2022): Geboren im falschen Körper. Genderdysphorie bei Kindern und Jugendlichen, Stuttgart: W. Kohlhammer GmbH.  

[20] “Sie dürfen mit 14 nicht rauchen, nicht trinken, kein Auto fahren, sich nicht tätowieren lassen. Aber sie sollen über das eigene Geschlecht entscheiden dürfen? Das ist schwer nachvollziehbar und psychologisch nicht vertretbar“, so Ahrbeck. Laut dem Psychoanalytiker kämen gerade bei Kindern Irritationen sehr häufig vor: “Bei 80 bis 85 Prozent der Kinder vergehen diese Irritationen im Laufe der Zeit wieder“, in https://www.zdf.de/nachrichten/politik/deutschland/selbstbestimmungsgesetz-transgender-transsexuell-100.html

[21] Autore del seguente articolo: Korte, A., & Gille, G. (2023). “Wahlverwandtschaften? Trans-Identifizierung und Anorexia nervosa als maladaptive Lösungsversuche für Entwicklungskonflikte in der weiblichen Adoleszenz“ in Sexuologie/DGSMTW, n. 30, p. 105-122. Per un approfondimento sull’elaborato si veda: https://www.generazioned.org/disforia-di-genere-e-anoressia-nelle-ragazze-adolescenti/

[22] „«Pubertätsblocker sind keine Pausentaste»: Jugendpsychiater Alexander Korte warnt vor verfrühter Hormonbehandlung bei Jugendlichen“ in Neue Zürcher Zeitung del 01/06/2024, rinvenibile al link https://www.nzz.ch/international/experte-warnt-vor-pubertaetsblockern-bei-kindern-begruesst-aerztetag-entscheidung-ld.1830405

[23] Spirito del tempo, termine coniato nell’ambito della filosofia romantico-idealistica tedesca a cavallo fra il XVIII e XIX secolo.

[24] Bachmann CJ, Golub Y, Holstiege J, Hoffmann F. (2024). „Störungen der Geschlechtsidentität bei jungen Menschen in Deutschland: Häufigkeit und Trends 2013–2022“, in Deutsches Ärzteblatt International, n. 121, p. 370-371.

[25] Si vedano in proposito: „Studie: Immer mehr Jugendliche bereuen Transition“ in Die Tagespost, 11. Oktober 2024. „Menschen, die Geschlechtsumwandlung rückgängig machen, erleben „Wechselbad der Gefühle“: Studie“ in CNA, 11. Oktober 2024. „Zurück zum eigenen Geschlecht: Detransitioner fühlen sich häufig in ihrer Not alleine gelassen“ in IMABE, 1. Oktober 2024.

[26] Expósito-Campos P., Pérez-Fernández J.I., Salaberria K. (2024). “A qualitative metasummary of detransition experiences with recommendations for psychological support”, in International Journal of Clinical and Health Psychology

Volume 24, Issue 2, April–June 2024.

[27] Nella revisione coesistevano risposte multiple. 

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