Consigli per i genitori i cui figli adulti che si identificano come trans

Un messaggio per i genitori – Riedizione

Consigli per i genitori i cui figli adulti che si identificano come trans

Pubblichiamo una nostra traduzione di un articolo di @TullipR del 12 Novembre 2024

Poco più di due anni fa, ho pubblicato un articolo di consigli per genitori di figli adulti che stavano attraversando un percorso di transizione. L’ho condiviso sperando che la mia esperienza potesse aiutare i genitori in difficoltà. Riflettendo su quel pezzo però, sebbene alcuni messaggi restino validi, non mi sembra che fosse del tutto utile, quindi ho voluto rettificarlo con una nuova versione.

Si prega di notare che il pubblico target di questo articolo è quello di genitori di giovani adulti in transizione, in particolare di giovani uomini. Sebbene alcuni di questi consigli potrebbero essere applicabili ai genitori di giovani donne, il mio principale interesse è rivolto all’area di cui ho esperienza personale: la transizione maschile.


Premessa

Che tuo figlio abbia 18, 25 o 40 anni, sai nel profondo del cuore che qualcosa non va. Specialmente ora che sembra ostinato su questa nuova idea di transizione, sull’essere nato nel corpo sbagliato; passa la maggior parte del tempo da solo e sembra nervoso, al limite dell’ostilità.


Sarebbe saggio accettare che non tutti quelli che intraprendono questo percorso andranno incontro alla distruzione; alcuni potrebbero persino affrontare meglio la vita, e alcuni effettivamente lo fanno. Finché non passano il limite o non si fanno del male, qual è il problema? Giusto?


Eppure, sai bene quanto me che, se stai leggendo questo, è molto probabile che tuo figlio o tua figlia non rientri in quel gruppo. Sono diventati più chiusi del solito, combattivi, riservati e sono profondamente convinti, se non addirittura ossessionati, dall’idea della transizione.

Qualsiasi genitore amorevole sarebbe preoccupato, ed è del tutto ragionevole voler evitare che si dirigano verso una catastrofe. Quindi, indipendentemente da dove ti trovi in questo percorso, spero che tu possa trovare utile questo pezzo.


1. Non mollare e rimani in contatto

Non importa cosa dicono o fanno, non interrompere mai i contatti. Fai un passo indietro se necessario, e ricorda che non sei un sacco da boxe, né fisicamente né emozionalmente.

È allarmante quanti genitori tollerino abusi fisici dai propri figli. Devi capire che questo è completamente inaccettabile e non dovrebbe mai essere tollerato. Per la tua sicurezza e stabilità mentale, è estremamente importante non normalizzare né accettare alcun tipo di abuso.

Detto ciò, al di là degli abusi fisici veri e propri, devo ammettere che avevo una aspettativa immatura: credevo che il mio dolore e la mia sofferenza dovessero avere la precedenza, e a volte guardavo entrambi i miei genitori con risentimento. Col senno di poi, mi rendo conto che non era solo immaturo, ma anche ingiusto.

Da adulto, mia madre non poteva fare altro che sollecitarmi dolcemente e mostrarmi le sue preoccupazioni, anche se sapeva che ero deciso nella mia volontà di transizione. Non c’era nulla che potesse dire per fermarmi e, per quanto doloroso fosse per lei, è rimasta al mio fianco, e questo ha fatto tutta la differenza. Anche dopo aver proseguito con l’intervento e aver avuto le stesse paure che probabilmente hai tu ora, compreso il rimpianto, lei era lì, e c’è ancora. Non mi ha mai detto “te l’avevo detto”, era semplicemente lì. Se pensi che questo non abbia fatto la differenza, ti sbagli. Sarei probabilmente crollato sotto il peso della mia stessa stupidità e del mio dolore se non fosse stato per lei.

Alcuni dei vostri figli arriveranno fino in fondo come ho fatto io, ed è importante sapere che, se ciò accade, voi ci sarete ancora per loro. Perché, dopo aver fatto qualcosa di così drastico, è molto facile scivolare ulteriormente, specialmente quando non ci sono più barriere.

In fin dei conti la scelta è stata mia, ma mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi parlato con gli altri membri della mia famiglia che avevano invece interrotto i contatti. È per questo che mantenere il contatto, e non solo con voi, ma con la famiglia più ampia, rimane un elemento importante.


2. Chiedi aiuto

Se vuoi davvero aiutare qualcuno, devi prima aiutare te stesso, e questo include assicurarti di avere la resilienza necessaria per affrontare quella che probabilmente sarà una delle esperienze più stressanti della tua vita. Se puoi, fai affidamento sulla famiglia, sugli amici, ma qualunque cosa tu faccia, è fondamentale trovare supporto, sia online che di persona.

Fortunatamente, oggi ci sono molte più risorse per i genitori che in passato, ma ci sono anche numerose trappole e sedicenti “venditori di soluzioni” che promettono metodi che, a lungo termine, non saranno d’aiuto.

Esistono numerosi gruppi che forniscono supporto tra pari gratuitamente, ed è essenziale che tu non affronti questo percorso da solo.

Contatta un gruppo no-profit per genitori come Our DutyBayswater Support e Partners for Ethical Care, oppure esplora altre risorse delle molte di altri genitori e gruppi disponibili.
Genitori con verità scomode sulla transizione (PITT) Storie personali e saggi di genitori impattati dall’ideologia transgender


3. I migliori consigli sono gratuiti

Questo non può essere risolto con il denaro o con un programma di interventi ben studiato. Non esistono segreti di esperti né frasi d’oro che possano far passare a qualcuno il desiderio di transizione, ma ci sono passi che puoi compiere per migliorare la comunicazione, l’autostima e rafforzare la fiducia. Questo è fondamentale per andare avanti.

Potrebbe essere allettante iscriversi a sessioni di coaching individuale e, anche se alcuni elementi potrebbero essere utili, fai attenzione. Ci sono persone che approfittano attivamente dei genitori vulnerabili.

I migliori consigli sono gratuiti: esplora i tanti seminari disponibili sulla gestione dei conflitti e dell’allontanamento. E se vuoi approfondire questo argomento, troverai moltissime discussioni in circolazione.


4. Non discutere con loro

Quando ho iniziato la mia transizione, credevo pienamente di essere trans, e qualsiasi obiezione potesse emergere la respingevo facilmente, con argomentazioni ben recitate o dati statistici che in realtà non significavano nulla, tutto nel tentativo di confondere un profano fino alla sua resa intellettuale. Conoscevo la materia a menadito e sapevo dibattere molto bene. Iniziavo a parlare di cervello e neurologia, e mi sentivo un esperto solo per aver letto alcuni articoli e visto qualche video.

Ero un buon venditore, perché credevo nella menzogna. Ero calmo, sicuro di me, e con un fervore quasi religioso sentivo nel profondo del cuore di avere ragione; non solo, mi consideravo un’autorità sull’argomento superiore a chiunque altro, specialmente ai miei genitori.

Molti di noi passano i primi tempi della transizione confrontandosi online con altri, per convalidare e perfezionare le proprie argomentazioni. Nella mia esperienza, credo che questo sia in parte dovuto ad una fissazione, e in parte al tentativo di razionalizzare sentimenti complessi o difficili, come vergogna, auto-disprezzo e rifiuto. Non si tratta di sentimenti leggeri, e potrebbero essersi accumulati nel tempo. Alcuni di noi non abbandonano mai questi spazi o si trovano a saltare da uno all’altro in un ciclo continuo.

Per quanto tu possa aver letto su questo argomento, ti assicuro che tuo figlio o tua figlia adulta ha letto molto di più, con una fissazione e un’ossessione che fanno sembrare minimale ciò che hai scoperto tu. Per molti, la transizione non è solo una fissazione, ma un’ossessione.


5. Rafforza la tua autostima e fiducia in te stesso

Sei probabilmente preoccupato, forse addirittura terrorizzato, ma se tuo figlio, indipendentemente dall’età, ti vede in difficoltà, è molto probabile che si chiuda a riccio. Potrebbe diventare rancoroso, cercare di compiacerti oppure semplicemente rimanere in silenzio.

Devi essere sicuro di te e devi costruire la tua autostima. Questa è la base di tutta la resilienza. So che essere genitore non è giusto, lo capisco, ma credimi, la fiducia in te stesso e l’autostima si trasmettono proprio come si trasmette la bassa autostima. È molto difficile aprirsi con qualcuno che si trova in una posizione vulnerabile, ma è molto più facile se quella persona è sicura di sé. Rafforzare la tua autostima ti metterà in una posizione migliore per essere fiducioso quando sarà il momento.

So che forse lo senti dire spesso, ma prendersi del tempo per sé stessi è fondamentale. Assicurati di ritagliare almeno qualche ora ogni settimana per fare un’attività per te stesso, che sia guardare una serie in TV, leggere o fare una passeggiata. Qualunque cosa sia, hai bisogno di una valvola di sfogo!


6. Agisci come uno specchio

È molto facile perdersi in questioni semantiche o cercare di ottenere punti in una battaglia intellettuale, ma è estremamente difficile discutere come qualcuno percepisce un’altra persona. Quindi, invece di chiedere cosa c’è che non va quando li vedi tristi, osserva il loro linguaggio del corpo; allo stesso modo, se sembrano radiosi e felici, fallo notare! Tuttavia, come per molti altri strumenti, è importante usare tatto.

Chiedere cosa provano e perché potrebbero innescare una reazione difensiva, ma se chiedi come si sentono riguardo a qualcosa che dicono, potresti attivare una risposta introspettiva, e potrebbero iniziare a verbalizzare cose di cui non hanno mai parlato prima.

Quante volte abbiamo sentito dire che la transizione ha salvato la vita di qualcuno? Non ho dubbi che la possibilità di transizione abbia svolto un ruolo importante nell’allontanare qualcuno dall’ideazione suicida, ma ciò che ha portato a quel punto è stata una serie di acutizzazioni. Alcune di queste sarebbero avvenute online, altre offline; in ogni caso, si sentono già, in qualche modo, al di là del punto di non ritorno, anche prima dell’intervento medico. È anche molto probabile che ci siano stati molti anni di disagio psicologico non trattato, con strati complessi, ed è piuttosto normale che chi soffre di vari problemi riduca tutto a concetti semplici come “essere nato nel corpo sbagliato”. Questo offre una via d’uscita perfetta da altre cose, come la vergogna, la frustrazione e l’isolamento.

Per questo motivo, si sentono in qualche modo intrappolati, come se l’unica alternativa fosse la morte, da qui il concetto di “meglio morire che detransizionare” dei tipi più radicali. Credono sinceramente che “tornare indietro” li ucciderà, probabilmente perché associano questo al carico di stress menzionato in precedenza.

In breve, chiedere loro di spiegare le proprie emozioni ad alta voce è più efficace che dirglielo tu stesso.


7. Potrebbero avere Asperger o ADHD non diagnosticati

C’è una stretta relazione fra condizioni neurologiche come Aspergers e ADHD  e le persone che vogliono fare la transizione.

Coloro che sono nello spettro autistico, me compreso, faticano a tenere il passo con il proprio sviluppo fisico, e mentre il nostro corpo matura, la nostra mente spesso rimane indietro, e in alcuni casi possono volerci anni per raggiungere lo stesso livello emotivo dei nostri coetanei. Imparare come le persone autistiche ad alto funzionamento gestiscono i conflitti potrebbe essere una risorsa estremamente utile.

Una diagnosi potrebbe non essere la soluzione miracolosa, ma avere quella comprensione potrebbe aiutarli a capire i comportamenti di “stimming” (stimolazione) e potrebbe migliorare le loro capacità decisionali in futuro. Questo potrebbe non agire come un limite per gli interventi medici, ma potrebbe migliorare drasticamente le loro possibilità in un contesto clinico.


8. Potrebbero anche avere Disordini Ossessivi Compulsivi

Il Disordine Ossessivo Compulsivo (OCD) è un tratto estremamente comune fra le persone come me, specialmente fra chi detransiziona.  Questo non significa che tutti lo abbiano, tuttavia se qualcuno è alto nello spettro autistico, molto probabilmente ha anche il OCD.

Questo non significa che tutti lo abbiano, tuttavia, se qualcuno è alto nello spettro autistico, molto probabilmente potrebbe avere anche OCD.

Nonostante sia stato diagnosticato prima di essere accolto alla Clinica di Genere, il mio OCD non è mai stato trattato correttamente. In effetti, è stato ignorato fino al momento in cui ho espresso rimpianto, ed è diventato un problema solo quando ho insistito sul fatto che stavo provando rimpianto. Quasi otto anni dopo essere entrato in clinica e aver parlato apertamente di tutti i problemi con cui stavo lottando, sono stato indirizzato per il disturbo ossessivo compulsivo.

Non solo penso troppo, sono ossessionato e rimurgino su ogni piccolo dettaglio e argomento. L’ossessione inizia con una fissazione, per poi diventare rimuginio, così l’idea della transizione diventa sempre più attraente nel tempo. Ma ha funzionato anche al contrario, essere ossessionato dalle mie scelte di transizione è stato certamente fondamentale nel realizzare che non avrei dovuto fare nulla.

Il trattamento che ho ricevuto per OCD è stato una vera svolta. Ho visto uno psicoterapeuta per circa 30 sedute che, con Terapia Cognitivo Comportamentale e Esposizione con Terapia della Risposta, è riuscito a mettere finalmente un freno alla condizione che aveva governato la mia vita fino a quel momento. Purtoppo è stato troppo poco e troppo tardi.

Se fossi stato trattato prima, probabilmente non mi sarei fatto operare. Non è stata solo la clinica di genere a spingermi, ma io stesso, convinto che quella parte del mio corpo non solo fosse aliena, ma fosse anche un’arma. Non riuscivo a scacciare quel pensiero, e mi ha portato alla catastrofe, mentre ora capisco che era in gran parte un sintomo del OCD.


9. Lascia che siano loro a sollevare l’argomento nei loro tempi

Molte altre persone nella mia situazione hanno spesso sottolineato come la decisione di detransizionare sia stata organica e sia arrivata insieme ad una serie di altre piccole realizzazioni, come le limitazioni della transizione stessa, i rischi e i livelli di soddisfazione. Alcuni, come me, si rendono conto che la transizione ha fatto ben poco per alleviare il senso generale di disagio, e in certi casi lo ha persino peggiorato.

La cosa importante è che, quando sarà il momento giusto, potranno parlare con te, ma è probabile che tu non sarai la prima persona con cui si apriranno su questo argomento. L’importante è che abbiano qualcuno con cui confrontarsi che non faccia parte di una camera d’eco; a volte questo ruolo viene ricoperto da un fratello o da un amico d’infanzia, e potrebbe essere un ruolo che tu, come genitore, semplicemente non riesci a ricoprire.


10. Fai fatica a usare il loro nome? Usa termini affettuosi al suo posto

 Per tutta la loro vita, li hai visti come tuo figlio o tua figlia, e ora ti viene chiesto di mettere da parte quell’istinto per qualcosa che ti è estraneo. È sorprendente che i genitori trovino difficile fare questo cambiamento? Durante la mia transizione, mia madre mi disse chiaramente che avrebbe avuto difficoltà con il nome e i pronomi, e quella ammissione mi aiutò a capire fin da subito che sarebbero stati commessi degli errori, e che non era la fine del mondo.

Non tutti, però, affrontano la situazione con la stessa calma. Se hai difficoltà a usare il loro nuovo nome dopo il cambiamento, prova a utilizzare termini affettuosi che usavi in passato, magari un soprannome che avevi per loro quando erano più piccoli.

Alcune persone credono che, una volta iniziato a usare il nome scelto o i pronomi “preferiti”, li si sia persi per sempre, ma io non sono rispettosamente d’accordo. Credo che ci sia una grande differenza tra credere che qualcuno sia dell’altro sesso e scegliere il percorso di minor resistenza: fai quello che devi fare e non provare vergogna per questo. Fidati sempre del tuo istinto.


11. Cercano qualcosa che tu non puoi dar loro 

Molti genitori mi hanno contattato nei due anni passati e hanno condiviso con me storie straordinariamente simili di come il loro amorevole e tranquillo ragazzo, si sia trasformato in uno straniero maleducato che ce l’ha con loro. Questi genitori mi hanno detto di come hanno dato tutto al loro figlio, inclusi amore e supporto, ma quello che spesso non viene capito è che da giovani adulti abbiamo bisogno di queste cose dai nostri pari, non dai nostri genitori. 

Molti di noi ottengono queste cose durante l’adolescenza e la giovane età adulta, ma se vostro figlio è anche solo simile a quanto fossi io, è già indietro socialmente e ha avuto un arresto nello sviluppo. Uno degli aspetti allettanti degli spazi online per persone trans è che questo bisogno di validazione e rassicurazione viene soddisfatto costantemente, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Ciò che è importante capire è che le loro nuove comunità online forniscono loro queste cose incondizionatamente e non li criticano. Persone con bassa autostima, come i transitioners, contano su tali validazione e comunità per andare avanti.

Se ti limiti solamente ad esprimere preoccupazione, perfino criticando il loro processo mentale, loro vedranno questa cosa come ostile e confronteranno sempre come tu li tratti con l’apparentemente incondizionata attenzione e cura che ricevono online, indipendentemente da quanto questa cura possa essere falsa.

Questa è la ragione per cui qualunque argomentazione tu porti, non importa quanto studiata, non funzionerà. Le loro esigenze sono soddisfatte in modo superficiale. Per questo motivo, queste discussioni si trasformano quasi sempre in accesi litigi, che finiscono per creare una spaccatura ancora più profonda o li fanno diventare intrinsecamente diffidenti nei confronti della posizione altrui.

Capire questa dinamica ti aiuterà in modo concreto a gestire le cose che non puoi controllare, e allo stesso tempo ti darà tempo e modo di focalizzarti sulle cose che puoi invece controllare.


12. Stabilire confini e responsabilità

In passato ho menzionato come, per chi di noi ha intrapreso la transizione, a volte ci sia la tendenza a riscrivere parti della nostra storia o a reinterpretare il significato di esperienze passate come mezzo per convalidare la nostra transizione. Facendo così, a volte ricostruiamo i ricordi in modo che sembri una rievocazione veritiera, ma che in realtà è fabbricata o mal interpretata per adattarsi alla nostra nuova narrazione. Se possibile, correggi la versione dei fatti dicendo: “Io ho vissuto quell’esperienza in modo diverso.”

Se una conversazione degenera in urla o altro, la cosa più efficace è interromperla e andarsene. Un semplice “Questo non è costruttivo” dimostra sicurezza e capacità di gestione. Non sempre riuscirai a mantenere la calma, ma cerca di ricordare che, quando iniziano le lacrime e le urla, la conversazione si ferma.


13. Capire il ruolo dei Detransitioner 

Potrebbe essere molto allettante contattarci per chiedere aiuto e consigli, e capisco perfettamente il perché. Penso che avrei fatto lo stesso al tuo posto, ma sappi che, anche se desideriamo aiutarti, potremmo non essere le persone ideali con cui parlare riguardo alla prevenzione.

I detransitioners pubblici sono in uno stato di recupero dalla transizione. Non siamo più esperti di chiunque altro, e ciò che ci rende comprensibili è la nostra umanità, la sofferenza e la capacità di riflettere col senno di poi, ma questo non sempre è utile. Dopotutto, abbiamo percorso questo cammino, quindi ci sembra un po’ fuori luogo dare consigli su come prevenirlo.

La nostra forza risiede nel recupero e nella resilienza. Vorremmo solo poter aiutare gli altri, ma il nostro potere sta nel raccontare le nostre storie, quello che ci è successo, piuttosto che nel dare lezioni su cosa fare. Se avessimo le risposte, le condivideremmo certamente. Inoltre, vale la pena notare che non siamo un’arma da usare per colpire qualcuno in testa, e se veniamo usati in questo modo, potrebbe avere l’effetto opposto a quello desiderato, portando la persona a irrigidirsi ancora di più.

Come nota personale, alcuni genitori mi hanno detto che non vogliono che i loro figli finiscano come me. Penso che ciò che intendono davvero sia che non vogliono che commettano i miei stessi errori, ma siamo onesti: se finissero per diventare come uno dei detransitioner pubblici, probabilmente ti sentiresti molto più sicuro riguardo alla loro capacità di affrontare il futuro. Non siamo un gruppo di persone da compatire, siamo una forza potente.


14. Usa in modo efficace le nostre storie 

Se ti stai chiedendo quando sia il momento giusto per presentare a tuo figlio le storie di chi ha detransizionato, è quando cominciano a mettersi in discussione in modo spontaneo.

Fai attenzione quando citi le nostre storie, perché se non sono pronti, potresti allargare il divario tra di voi. Esporre qualcuno troppo presto a queste storie può provocare una reazione difensiva, portandoli ad esaminare i nostri racconti cercando qualsiasi cosa non sentano affine, per respingerli completamente. Tuttavia, se sono davvero curiosi e preoccupati per il rimpianto o stanno considerando la detransizione, le parti salienti delle nostre storie potrebbero avere una forte risonanza e aiutare a spiegare sentimenti complessi che non sono riusciti a esprimere.

Prima del mio attivismo, tra tutti i video che ho visto, quello di Sinead è stato uno di quelli che mi ha colpito di più. Sinead è una donna detrans, che ha attraversato un inferno, ma la sua eloquenza, compassione, sicurezza e precisione su questo argomento hanno aiutato ad umanizzare la mia detransizione in un modo che prima non avevo. Ha aiutato a creare paralleli con la mia storia personale.

Al momento della stesura di questo articolo, non ero ancora una figura pubblica come lo sono ora, quindi aggiungo la mia storia per sicurezza, anche se immagino che, se stai leggendo questo, probabilmente l’hai già vista!


15. Alcuni professionisti possono davvero aiutare 

Gli esperti conoscono meglio la situazione, ma assicurati di parlare con un vero esperto. Come regola generale, tendo ad evitare chiunque si autodefinisca “terapeuta” senza specificare specializzazioni o formazione. Questo perché la terapia è un’arte, non una scienza, ed essendo non regolamentata, non mancano operatori senza scrupoli. Invece, quando coinvolgi professionisti, specialmente nel campo della salute mentale, considera psicologi e psichiatri con competenze specifiche e chiaramente indicate.

Coloro che hanno esperienza con dipendenze e disturbi d’ansia e sono realmente specializzati nel gestire i traumi, saranno mille volte più efficaci di un terapeuta che si autodefinisce “centrato sulla persona”.


16. Visita gli Spazi Online per Persone Trans, specialmente su Discord e Reddit

Informarti su ciò a cui sono esposti può darti un’ idea dei messaggi, delle convinzioni e delle argomentazioni che circolano. Ovviamente, non seguire o sorvegliare i tuoi figli adulti, ma piuttosto dai un’occhiata ai luoghi che potrebbero frequentare, come Reddit. Visita subreddit come /egg_IRL/ e /AskTransgender/ per vedere tu stesso come si sviluppa la convalida di gruppo online, indipendentemente da ciò che viene presentato.

Questo vale anche per piattaforme come TikTok, Instagram, X, Discord e per i giochi a cui giocano. Non saranno loro a dirti dove trascorrono il tempo online, perché viene loro insegnato a non farlo.


17. È più probabile che siano eterosessuali o bisessuali

Alcuni sostengono la narrativa del “transizionare per nascondere l’omosessualità” (‘transing away the gay’), e certamente in alcuni casi è vero. Tuttavia, la stragrande maggioranza delle persone che intraprendono una transizione, mostreranno tendenze bisessuali o eterosessuali, con pochissimi omosessuali.

Per la maggior parte, si tratta di un interesse sessuale insolito, che a volte può evolvere in una vera e propria parafilia. Questi comportamenti iniziano nella prima pubertà e raggiungono la piena espressione nella tarda adolescenza. Quando diventano adulti, è probabile che questo interesse sia ormai ben radicato e potrebbe non scomparire mai.

Anche se un po’ di autoconsapevolezza non è mai una cosa negativa, esiste il rischio che coloro che aderiscono pienamente alla sessuologia e alle teorie di Ray Blanchard e Anne Lawrence possano utilizzare questa comprensione come giustificazione per la transizione. Ho visto personalmente quanto possano essere ossessivi coloro che soffrono di parafilia e sono consapevoli di sé, ma non è sempre così!


18. Incoraggia il Pensiero Critico, Fai Domande Aperte e Usa la Tecnica dello Steelman

Se vuoi che sviluppino un pensiero critico, devi farlo anche tu, e il modo migliore è dare l’esempio. Invece di imporre la tua opinione sperando di essere ascoltato, fai domande aperte e ricorda Il potere di chiedere come sono arrivati ad una conclusione, piuttosto che discutere su ciò che viene detto.

Tutto questo può sembrare molto faticoso, e in effetti lo è. Non esistono soluzioni rapide, temo, ma ci sono vie d’uscita; ci vuole solo un po’ di impegno.

Imparare tecniche come la Steelman è essenziale per favorire un buon dialogo. La maggior parte delle persone non ha né l’energia né il desiderio di discutere credenze radicate, ma spiegare le proprie convinzioni è facile, perché richiede poco sforzo, a differenza del metterle in discussione.

Se una convinzione è già consolidata, usare la tecnica Steelman è un ottimo modo per capire come siano arrivati a provare certe sensazioni. Ricorda che il tuo obiettivo non è discutere la loro logica, ma capire come sono arrivati a quella decisione.

Nota: Non ti sto chiedendo di accettare qualcosa in cui non credi, ma piuttosto di comprendere come loro siano arrivati a crederci. Questo può cambiare radicalmente il tuo approccio andando avanti, oltre ad aiutarti a navigare attraverso il campo minato di ciò che dovresti o non dovresti dire. È molto più semplice quando sono loro a fornirti la mappa.


19. Impara l’Ascolto Attivo e il Silenzio Efficace

Il silenzio e l’ascolto attivo sono strumenti potenti. Se usati correttamente, possono dimostrare introspezione, ma soprattutto danno a qualcuno la possibilità di ascoltare ciò che ha detto ad alta voce. Questo è estremamente importante, perché spesso crediamo o diciamo cose su cui non abbiamo riflettuto a fondo, ed è solo ascoltandoci parlare che possiamo riflettere sinceramente su quanto abbiamo detto.

Spesso, per i genitori, c’è l’aspettativa di “salvare” la conversazione se diventa difficile, ma se tuo figlio dice qualcosa di significativo, qualche secondo di silenzio seguito da un riconoscimento può essere estremamente efficace nel migliorare la comunicazione tra voi.

Questa è l’essenza dell’ascolto attivo, poiché ti dà il tempo e lo spazio per capire ciò che viene detto. Ci vuole pratica per padroneggiarlo, ma è uno strumento eccellente per aiutare sia te che l’altra persona.


20. Non arrenderti, ma fai un piano

È molto probabile che tuo figlio o tua figlia non desista, ed è possibile che decida di procedere con l’intervento chirurgico. Per alcuni, questo potrebbe essere un passo troppo grande, ma incoraggio sempre i genitori a ricordare che sono comunque il loro sangue, e che, indipendentemente dal fatto che provino o meno rimpianto, avranno sicuramente bisogno di voi.

Sono così grato che mia madre sia rimasta al mio fianco; se non lo avesse fatto, probabilmente non sarei qui oggi.

Molti genitori che mi contattano pensano di aver in qualche modo influenzato questo esito. A meno che tu non sia un genitore con sindrome di Munchausen, come la madre di Jazz Jennings, non sei tu il fattore determinante in questa decisione. E sebbene la loro relazione con te e con altri membri della famiglia possa aver avuto un impatto, non c’è una sola persona o una sola ragione per cui qualcuno decide di intraprendere una transizione.


21. Sii buono con te stesso

Infine, qualunque cosa tu faccia, non arrenderti e sii gentile con te stesso! Sei il loro più grande alleato, e se stai leggendo, ci tieni moltissimo.

Non c’è un modo giusto o sbagliato di affrontare questo argomento. Soprattutto se tuo figlio o figlia è un adulto. Nonostante questo, è ancora il tuo bambino, e se c’è una cosa da imparare dal mio blaterare qui, è fidati del tuo istinto, saprai cosa fare quando il momento è giusto.

Buona fortuna!

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